Emilia Rossa Cuore Nero

Documentario di Gabriele Veronesi: nel cuore geografico della tradizione comunista italiana, vive il ricordo della sua nemesi

tratto dal sito Emilia Rossa Cuore Nero

27 maggio 2014“L’Emilia-Romagna ha una strana situazione: è la regione più rossa del dopoguerra ma è una delle regioni più fasciste nel periodo del Ventennio”.

Con questa frase emblematica, lo storico Giuseppe Parlato rende restituisce efficacemente un paradosso tutto emiliano. Oggi in quelle stesse terre la situazione è molto cambiata, ma certe contrapposizioni di un tempo si ripropongono in modi nuovi, magari meno violenti ma comunque problematici. Da una parte i “neri” in cerca di spazi e libertà che ritengono legittimi, dall’altra parte i “rossi” che ricordano le sofferenze della guerra e difendono i valori dell’Antifascismo. Emilia rossa, cuore nero è un viaggio attraverso la regione rossa per eccellenza, cercando di raccontare con sguardo imparziale e lontano dai crismi dell’inchiesta, il difficile rapporto tra le due fazioni. Come in tutte le storie fatte di ambiguità e contrapposizioni ideologiche, l’esito è tutt’altro che scontato.

L’idea di raccontare questo tema nasce all’indomani dell’ennesimo scontro generato da una serata ad alta tensione a Modena e sfociato in una lunga coda polemica con esiti anche giudiziari. Ancora una volta lo scontro tra Fascismo e Antifascismo tornava sotto i riflettori, in un territorio che per la sua storia è particolarmente sensibile a tutto ciò che riguarda questa sfera di valori.Una contrapposizione raffigurata in modo emblematico in una fotografia, che è stata di grande ispirazione per tutto il documentario e che raffigura il busto di Lenin a Cavriago, totem del Comunismo emiliano, colpito da una goliardata rivendicata dai ragazzi di Casapound, ribattezzati i “fascisti del terzo millennio”. Un colpo al cuore, quasi un atto simbolico che dimostra come non ci siano più zone inibite a questi movimenti e partiti.

Emilia rossa, cuore nero cerca di andare oltre la riproposizione dei soliti schemi dialettici, per creare un punto di partenza per un confronto e una riflessione più profonda.

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