Anija – La nave

Agosto 1991: 10mila albanesi sbarcano a Bari. Un documentario di Roland Sejko

dal sito MyMovies

12 agosto 2014 – Il mare, la notte e il carico di zucchero sotto i piedi. Poi i sorrisi, i segni di vittoria, gli sguardi colmi di speranza. Migliaia di cittadini albanesi, nei primi Anni Novanta, hanno voluto raggiungere l’Italia, allora il paese del benessere (da loro conosciuto attraverso il piccolo schermo), per tentare di fuggire per sempre da un paese distrutto dalla dittatura comunista di Enver Hoxha.

Tra la partenza rocambolesca da Durazzo all’attracco finale ai porti italiani, il loro viaggio si è distinto per un riverente e ossequioso silenzio che ha riempito le ore di attesa prima dell’arrivo a terra. Il grande esodo di quel burrascoso periodo ha segnato una svolta nella storia dell’Albania e ha inaugurato un flusso umano, fatto di sogni e disperazione, che ancora oggi segna l’Italia.

 

 

Attraverso la voce dei protagonisti di quei viaggi straordinari (fatti sulle navi mercantili Lirija, Vlora, Legend, Tirana, Apollonia, sulla draga portuale Kallmi, sul traghetto Appia e su un motosilurante), il documentario racconta gli antefatti socio-politici che hanno deviato il naturale corso della vita di quei giovani albanesi: l’assenza totale di libertà d’espressione, la disparità di genere, le accuse infondate di tradimento politico (e la condanna a morte) o la costrittiva devozione ad Hoxha, personaggio di spicco della politica del paese per oltre quarant’anni.

 

Un popolo giovane ma senza più desideri, destinato a subire e a reprimere la propria libertà di scelta (anche i matrimoni erano spesso combinati): un’intera generazione destinata a diventare “un’ombra di se stessa”.
Anija – La nave si focalizza sui volti e sulle parole degli intervistati che hanno vissuto in prima persona quella esperienza così rivoluzionaria. Spezzoni di telegiornale, fotografie e video di repertorio rendono ancora più tangibile la commistione di profonda tragedia umana e, allo stesso tempo, travolgente attaccamento alla vita, che è stato – e continua ad essere – la grande emigrazione albanese.

 

Oltre a riportare l’attenzione su un fatto accaduto vent’anni fa, ormai un po’ dimenticato, si investe del l’incarico di riflettere sulle conseguenze di una politica oppressiva per far emergere, con più evidenza, la predisposizione dell’uomo a sognare in un mondo migliore anche se lontano, al di là del mare e, in questo caso, sponsorizzato dai canali televisivi.



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