Disoccupati, mangiatevi la portaerei degli F35

Il ministro Mauro è andato in Senato davanti alle commissioni congiunte di Difesa, Esteri e Politiche europee in vista del consiglio europeo della difesa di dicembre 2013, e ha affermato che per ospitare gli F35 – che aspettano ancora il voto in Parlamento – abbiamo, anzi hanno già speso 3,5 miliardi di euro (tre miliardi e mezzo di euro) per adeguare la portaerei Cavour a ospitare i famigerati cacciabombardieri.

di Angelo Miotto

guerra

La notizia correva da tempo, anche perché la Cavour era la destinazione degli F 35 e sui forum militari si discte da tempo delle modifiche tecniche da apportare. Ma il dato che stupisce è che venga decisa una spesa da 3,5 miliardi di euro di cui il Parlamento, a leggere le dihiarazioni di poche ore fa, non ne sa nulla. Poca chiarezza? Diciamo tranquillamente nebbia profonda e stupirebbe ancora di più se non fosse voluta.

Quindi, secondo Giulio Marcon, deputato di Sel, questi soldi andrebbero ad aggiungersi a quelli del programma, passando così a un montepremi da 18 (diciotto) miliardi di euro. Dice Marcon:

[blockquote align=”none”]”E’ molto grave che si venga a sapere una notizia così importante, senza che ci sia stata prima un’informativa dettagliata e completa: le informazioni fornite dal Ministro arrivano in modo opaco e incompleto. Il Parlamento è tenuto all’oscuro di come sta procedendo il programma sugli F-35. Sinistra Ecologia Libertà chiede al Ministro della Difesa una relazione dettagliata e completa sui costi preventivati e che sia rispettato l’impegno, contenuto nelle mozioni approvate alla Camera e al Senato, di non procedere a ulteriori acquisizioni prima di un nuovo pronunciamentodel Parlamento. Il Ministro Mauro faccia il Ministro della Difesa e non quello della guerra”.[/blockquote]

Pier Francesco Majorino, assessore Pd a Milano da sempre critico sul progetto ha lanciato una manifestazione per il 14 settembre, nel capoluogo lombardo.

Ma torniamo al ministro Mauro: “Si dice che se ci ritiriamo dal programma degli F-35 non avremo penali. Ma abbiamo già speso 3 miliardi e mezzo di euro per la portaerei Cavour che dovrebbe ospitare gli F-35 a decollo verticale. Allora non capiremmmo per quale ragione abbiamo speso quei soldi”. Ecco è esattamente la domanda corretta, quella da porsi: perché abbiamo speso quei soldi se il programma non è ancora stato votato dai due rami del Parlamento che hanno dato vita a una mozione ambigua, che però era chiara su una parola. Sospensione.

Si risponda il ministro. Si risponda anche il governo, mentre tra gli under 25 ci sono 642 mila ragazzi alla ricerca di un lavoro, notizia sempre di oggi. Pensare a quanti di questi articoli scriveremo nei prossimi mesi dà anche una certa nausea. Non perché ci stancheremo di ripetere un concetto che riteniamo vitale per il futuro di questo disgraziatissimo paese, quello del buon governo di una economia e società della conoscenza, dove recuperare il concetto di cultura e lavoro, ma perché assistiamo sgomenti e senza ‘armi’ alla dabbenaggine di chi sceglie, per noi, come invesitre i nostri soldi.

Potremmo anche scrivere, come fanno altri giornali, che addirittura il senato Usa ha ridotto la spesa sul programma e che sta valutando per bene, perché non si fida di tutti gli errori di progettazione e costruzione del velivolo. Ma alla fine viene anche da dire che un concetto quando è valido non ha bisogno di paragoni e raffronti.
Dovremmo anche abituarci a pensare che il no agli F35 è valido per la nostra società perché è uno spreco di danaro pubblico per uno strumento contrario a quanto dice la nostra Costituzione, mentre il welfare ha bisogno di soldi, di impegno, di risorse.

Cosa dire al ministro Mauro, mancano le parole.
Forse che vive in un paese diverso dal mio, forse che la sua concezione di ‘armare’ la pace è retrograda, che non appartiene ai sogni che vorremmo lasciare a noi e ai nostri figli, al progredire del paese in cui viviamo, senza retorica, in maniera semplice.

E che vada, per decenza, a spiegare nell’aula litigiosa da dove sbucano quei soldi e perché i parlamentari non ne sapessero nulla. Questo ci pare doveroso. Vogliamo dire proprio un dovere, non un acconsentire a una richiesta.

.

.

 

 



Lascia un commento