Muffa

Ali Aydin autore  del film  “Küf” (Muffa), ora  distribuito dalla Sacher di Nanni Moretti, racconta attraverso la ricerca del figlio da parte di un padre disperato ma ostinato, il dramma dei ‘desaparecidos’ rivelando una pagina di storia poco conosciuta della Turchia. Basi è un uomo vecchio e solitario lavora come controllore ferroviario ed ogni giorno, incurante delle condizioni del tempo, compie più di venti chilometri di strada.

Muffa

Diciotto anni prima il figlio Seyfi, durante una protesta studentesca contro il governo turco venne arrestato e fatto sparire. Per tutti questi anni Basi ha continuato disperatamente a cercarlo, inviando numerose lettere ai funzionari governativi e finendo più volte in arresto e sotto tortura. Ma l’anziano padre non si arrende, mosso da un flebile barlume di speranza. Il film  è in primo luogo il racconto della solitudine di un uomo, un padre, la cui unica ragione di vita è data dal mantenere viva ostinatamente la memoria del proprio figlio. Ispirandosi alle figure delle Madri del sabato, le donne che durante la dittatura turca del 1996 scesero in piazza per piangere i figli scomparsi dell’università di Galatasaray, il film si concentra su coloro che rimangono, che sopravvivono alle oppressioni e che attendono il ritorno di coloro che se ne sono andati, delle vittime.



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