Dirty Wars

Dirty wars, scritto e interpretato da James Scahill, diretto da Richard Rowley, segue la storia di Scahill, un reporter investigativo della rivista The Nation, da anni impegnato nel racconto di tanti teatri di guerra nel mondo: Afghanistan, Iraq, Somalia, Yemen, la ex-Jugoslavia.

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Un raid delle forze armate Usa a Gardez, in una zona afghana al confine con le aree tribali del Pakistan, segna l’inizio di un viaggio, giornalistico, politico, esistenziale, che conduce Scahill in giro per le aree più remote dell’Afghanistan, ma anche in Iraq, Somalia e Yemen, sulle tracce del Joint special operation command (Jsoc), un reparto speciale composto da militari di cui non si conoscono i nomi, alle dirette dipendenze della Casa Bianca, responsabili di una serie di operazioni in ogni parte del mondo.

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Il loro motto è “trovare, fissare e finire” i loro obiettivi, al di fuori di qualsiasi controllo parlamentare e politico, senza limiti di appartenenza nazionale; anche i cittadini americani possono tranquillamente finire nella “kill list”del Jsoc. Il viaggio di Scahill lentamente si allarga, arriva a toccare l’assassinio di Anwar al-Awlaki e le prigioni segrete della Cia, mentre davanti all’obiettivo della camera si compone un puzzle di storie, emozioni, destini pubblici e privati: i militari della war on terror, gli uomini e le donne oggetto dei raid e degli attacchi droni, i politici di Washington, i soldati che alla fine hanno deciso di lasciare l’esercito perché non ce l’hanno fatta a continuare con la guerra.



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