Questo non è un documentario!

Sono sempre stato convinto che per conoscere la storia di un paese, di una città o semplicemente di un quartiere, si debba andare in cerca di episodi. Di quei racconti che tracciano l’apparato anatomico di un luogo.

di Nicola Sessa, da Berlino

27 ottobre 2013 – I monumenti hanno un ruolo fondamentale, certo, ma molte volte l’alone di un fatto avvenuto ha una forza espressiva di gran lunga superiore. Io preferisco questo modo esplorativo per entrare in contatto con l’ambiente che vivo: è un’esperienza soggettiva e non oggettivata come appunto il marmoreo memento al centro di una piazza. Vivo in prima persona e instauro una relazione privilegiata con esso. Preferisco viaggiare con la macchina del tempo e riempire i vuoti con elementi liquidi e ombre solide.

Non credo che il video in questa pagina, “Berlin Whispering”, possa definirsi un “documentario”: la chiave ermetica, la resa incondizionata al flusso di coscienza, sono qualcosa di molto distante dal genere documentario, che invece richiede una grammatica piana, spiegazione di dettagli, terzietà (pur sposando intimamente la propria tesi).

Quello che segue è dunque un esperimento fatto su Berlino: sette storie in 21 minuti. Un turismo nottambulo che va dalle carceri di Plötzensee, all’assassinio di Benno Ohnesorg del 2 giugno 1967; un evento questo che ha cambiato la storia europea dando inizio ai movimenti studenteschi, alla rivolta ma anche alla lotta armata. Altre storie, note e meno note, riguardano luoghi o persone: la Karl Marx Buchhandlug, il tentato omicidio di Rudi Dutschke, il Führerbunker, diventato un’area di parcheggio, la notte del 9 novembre 1989 a Bornholmerstrasse, Potsdamer Platz: cos’era e cos’è oggi.

Sono solo tracce che, chi ha voglia, può e deve approfondire. Perché questo non è un documentario.

Berlin Whispering from nicola sessa on Vimeo.



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