Acqua cattiva

Polesine, novembre 1951. Sono 84 le vittime di un’alluvione, nel racconto a fumetti di due pionieri del genere

tratto da Fumettologica

18 novembre 2014 – Tra il 13 e il 17 novembre 1951, una vasta zona a sud del Veneto (tra le provincie di Rovigo e Venezia) fu colpita da una gravissima alluvione. Si parlò, all’epoca, della più grave catastrofe dopo il terremoto di Messina del 1908: 84 vittime, più di 180.000 senzatetto, oltre 100mila ettari di terra stravolti dalle inondazioni.

Mentre il racconto della recente sciagura si sta svolgendo in un contesto informativo dominato da televisione e internet, l’alluvione in Polesine – avvenuta circa tre anni prima del debutto delle trasmissioni tv RAI – fu raccontata soprattutto dalla stampa. E fra questa, anche il fumetto svolse la sua parte.

acqua_00011-670x496

I redattori del settimanale “Il Vittorioso”, infatti, di fronte all’immane sciagura del Polesine, non persero tempo e commissionarono allo sceneggiatore Eros Belloni e al disegnatore Giorgio Bellavitis (in seguito divenuto un noto architetto) un lungo racconto che potesse raccontare quanto era avvenuto.

Solo quattro mesi dopo, nel marzo del 1952, fu così pubblicata all’interno del settimanale cattolico la prima puntata del “cineromanzo” (come spesso si definivano, allora, questo genere di fumetti) Acqua cattiva. Una storia dal carattere fortemente educativo, nata allo scopo di informare più che intrattenere.

Figlia delle influenze cinematografiche del momento (vedi alla voce “neorealismo”) e di quelle politiche (l’eco delle elezioni del 1948, la grande battaglia tra DC e PCI, non si era ancora del tutto spento). È, in sintesi, la storia del viaggio di una corriera sorpresa dall’alluvione: il dramma dei passeggeri, la tragedia sfiorata, fino al salvataggio finale che lascia, tutto sommato, un lieto fine carico di speranza.

acqua_0004-670x498

Un racconto istruttivo, realizzato ad uso e consumo delle future generazioni. Che nonostante siano passati più di 60 anni, non sembrano ancora avere conquistato sufficienti capacità nel prevenire e gestire simili fenomeni. E allora il caso di Acqua cattiva, fumetto ormai dimenticato, torna ad essere una piccola lezione da cui dovremmo imparare, e della quale – onestamente – non ci aspettavamo di avere bisogno.

Sosteneteci. Come? Cliccate qui!

associati 1



Lascia un commento