Colonna destra: Cecilia Di Gaddo

La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.

Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale.

di Cecilia Di Gaddo

27 dicembre 2013 – Da bambina, divoravo tutto quello che potevo leggere e questa attitudine complusiva non mi ha mai abbandonato. Sono una persona estremente curiosa e facilmente incline alla noia. Il mio paradiso è la rete che scandaglio ogni sera prima di andare a letto, mangiando sigarette. Ecco in sintesi  i migliori risultati dell’instancabile ricerca, perdonerete se non sono assolute novità.

«Mi piacciono tutti i suoni che sconvolgono le persone, perché sono troppo soddisfatte di sé, ed esistono suoni che le sconvolgono davvero, e ragazzi, c’è davvero bisogno di sconvolgerle e renderle meno soddisfatte, perché il nostro è un mondo terribile: forse a quel punto si daranno da fare.»
Sun Ra, da Space Is the Place – La vita e la musica di Sun Ra di John F. Szwed, Minimum Fax, 2013

[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?v=NwNtxFH6IjU” /]
Amo la fantascienza e la musica sperimentale e se anche voi li amate non potete perdervi il film Space Is The Place di Sun Ra, trovato in lingua originale e versione integrale su Youtube .
Chi era Sun Ra? Sun Ra naque presumibilmente il 22 maggio 1914 in Alabama e ritornò alle stelle il 30 maggio 1993. Musicista di enorme talento sin dall’adolescenza fu jazzista, compositore e pianista, precursore delle tastiere elettroniche e dei sintetizzatori. Herman Blount, questo il suo vero nome, si dichiarava appartenete alla razza degli angeli, originari del pianeta Saturno. Sun Ra raccontava infatti di essere stato teletrasportato – durante una profonda meditazione religiosa – su un pianeta (da lui identificato come Saturno) e di aver parlato con esseri non umani. Il messaggio fu di abbandonare gli studi e comunicare al mondo attraverso la musica. Dopo aver lasciato il college Blount si dedicò completamente alla musica trasformando la casa dei suoi genitori in un conservatorio sperimentale, dove inoltre si discutevano argomenti religiosi ed esoterici. Pacifista rifiutò la chiamata alle armi durante la seconda guerra mondiale dichiarandosi obiettore di coscienza. Dopo la guerra e la terribile esperienza del carcere Blount si trasferì a Chicago, all’epoca il centro dell’attivismo politico afro-americano con movimenti come Black Muslims e Black Hebrews. Herman Blount nel 1952 cambiò il suo nome legale in Le Sony’r Ra abbandonando quello che ormai gli appariva come un nome schiavista ed iniziò ad usare lo pseudonimo Sun Ra (nome composto da SUN, sole in lingua inglese e RA il dio sole egiziano). Proprio a Chicago sul finire degli anni ’50 egli fondò l’ensamble che lo accompagnerà fino alla sua morte: Arkestra.

[new_royalslider id=”91″]

L’organico del gruppo non fu mai stabile, così come il suo nome che cambiò diverse volte: Solar Arkestra, Myth Science Arkestra, Astro Infinity Arkestra… Il nome alludeva chiaramente all’Arca dell’alleanza e alla barca solare del dio egizio Ra. A metà degli anni ’50 Sun Ra fondò con Alton Abraham l’etichetta discografica El Saturn Records, Blount ne fu direttore artistico, musicale e visivo.
Trasferitosi a New York Sun Ra, insieme ad i suoi musicisti, si immerse completamente nella sperimentazione utilizzando strumenti inconsueti, percussioni e nuove tecnologie come il montaggio audio. Sun Ra spingeva i suoi musicisti a diventare polistrumentisti e proprio in questo periodo fu uno dei primi a lavorare con i sintetizzatori da poco inventati, ricevette infatti anche un prototipo di minimoog dall’inventore stesso dello strumento, Robert Moog.
In questo periodo inoltre le performance dell’Arkestra si caratterizzarono per l’introduzione di ballerini e mangiafuoco vestiti con costumi ispirati all’Antico Egitto ed al suo dio sole.
Nel 1962 Blount stabilì la sede dell’Arkestra al 48 della Terza Strada Est nell’East Village nel Sun Palace che si trasformò in una comune dove risiedevano tutti i membri del gruppo ma anche poeti, artisti, intellettuali, ed eccentrici di ogni tipo.
Nel 1971 Sun Ra tenne un corso The Black Man in the Cosmos, presso l’università della California, a Berkeley, trasmettendo insegnamenti che provenivano da diverse corrente filosofiche: vi erano presenti scritti di Madame Blavatsky (fondatrice della Società Teosofica) ed Henry Dumas, brani tratti dal Libro dei morti (testo sacro egiziano) e su argomenti quali i geroglifici egizi e il folklore afro-americano.

Proprio in California Sun Ra venne contattato da Jim Newman – figura poliedrica proprio come Blount: produttore cinematografico, curatore di arte contemporanea, gallerista e musicista – che produsse il film Space Is The Place, basato in parte proprio sulle lezioni alla Berkeley.
La trama del film – che è anche un disco uscito per Evidence Records – racconta il viaggio interstellare di Sun Ra che torna sulla terra per insegnare alla razza negra come salvarsi dalla razza bianca prevaricatrice. Le prime scene vedono il protagonista, vestito come il dio sole egizio, passeggiare per un rigoglioso bosco, che ricorda molto Il giardino delle delizie di Bosch in versione sci-fi. Ra è accompagnato da un misterioso personaggio con il volto-specchio (che a sua volta ricorda il senza volto della Città Incantata di  Miazaki) a cui dichiara l’ intenzione di far trasferire in questo meraviglioso luogo l’Arkestra e tutti gli afro-americani. La sua arma è ovviamente la musica, unico linguaggio universale in grado di parlare all’anima e contrastare la dilagante schiavitù dei vizi e del denaro. Il saggio Sun Ra compie quindi un viaggio nel passato e ritorna sulla terra nel 1943 a Chicago e, successivamente, a Oakland. Per compiere la sua missione Ra deve contrastare il perfido Overseer (un uomo nero vestito solo di bianco) e spietati agenti della NASA (o forse dell’FBI?) che tentano di carpire la sua scienza “transmolecolare”.
Il film è la quintessenza del pensiero di Sun Ra e si sviluppa attraverso una simbologia di colori e significati tratti da diverse correnti di pensiero come il rosacrocianesimo, il pensiero cabalistico, lo spiritismo, la religione egizia e il liberazionismo afro-americano. Blount rifiutava il termine filosofia e descriveva la sua visione del mondo come un’equazione fortemente incentrata sulla pace universale e su una visione cosmica simile all’afrofuturismo. Che aggiungere, buona visione!

“Where is Jessica Hyde?”

utopia

Utopia è una bellissima serie televisiva britannica ideata da Dannis Kelly e trasmessa su Channel 4.
Al centro del thriller c’è una graphic novel, The Utopia Experiments, ed il misterioso manoscritto inedito del suo secondo episodio. Cinque sconosciuti, membri di un forum in rete dedicato al fumetto, decidono di incontrarsi dopo che uno di loro dichiara di avere la copia originale del sequel. I cinque si danno appuntamento in un locale dove però arrivano solo in 3: Becky, il cui padre è morto di una misteriosa malattia; Ian, un giovane consulente informatico e Wilson, un nerd ossessionato da manie di persecuzione. Manca all’appello Grant, un undicenne nel mentre occupato a derubare l’appartamento del misterioso quinto membro, che viene assassinato da due sicari proprio mentre il piccolo delinquente è a casa sua. Ormai consci del pericolo che stanno correndo i quattro si trovano a fuggire da un’oscura associazione segreta, The Network, dietro alla quale si nasconde LA cospirazione, origine di tutte le catastrofi che hanno coinvolto il mondo. A questo punto della serie entra in scena Jessica Hyde che si unisce ai quattro fuggitivi trascinandoli in una corsa perpetua per  sei puntate.
I personaggi che popolano la serie sono perfettamente costruiti, molto caratterizzati e delineati; le inquadrature perfette e studiate in modo impeccabile così come le scenografie. L’universo di Utopia oscilla tra reale e surreale, quotidianità e fantascienza costruendo però un immaginario estremamente coerente sia nella sceneggiatura che dal punto di vista visivo.
La fotografia, molto saturata, rende la serie davvero simile ad una graphic novel con uno studio delle cromie perfetto e fedelmente riportato nella comunicazione, nel logo e nelle immagini promozionali. Ecco il teaser curato da MPC e dall’agenzia londinese 4Creative:

[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?v=LVLKWhLNuZk” /]
La ciliegia sulla torta è la colonna sonora, elettronica e acustica al tempo stesso, che spazia nelle sonorità urbane con linee percussive ossessive ed una composizione classica orchestrale in cui spiccano gli archi. L’autore è Cristobal Tapia de Veer, premiato dalla Royal Television Society proprio per la colonna sonora di Utopia.
La serie ha anche una pagina facebook: https://www.facebook.com/UtopiaChannel4

“Pubblico le storie della gente per come me le raccontano. Non sono un giornalista, non cerco di verificare, ascolto.”
Chris Arnade

Schermata 2013-12-23 alle 17.29.59

Chris Arnade si laurea in fisica alla Jhon Hopkins University nel 1992 e per i successivi vent’anni lavora come trader a Wall Street. Inizia a sentire il peso morale del suo lavoro, l’avarizia dilagante delle corporations e inizia a fare lunghe passeggiate per i sobborghi di New York con una macchina fotografica. Durante una di queste camminate si ritrova ad Hunts Points ed incontra Takeesha, prostituta, che gli chiede di essere fotografata. Poco dopo Takeesha racconta a Chris tutta la sua vita una storia di prostituzione iniziata a 12 anni, stupri, gravidanza adolescenziale, abuso di eroina e violenza. Arnade nel 2012 abbandona definitivamente Wall Street concentrandosi sulla fotografia e da allora non l’ha più abbandonata. La serie “Faces of Addiction”- scattate per lo più ad Hunts Points, South Bronx, New York – esplora i mille volti della dipendenza con un taglio narrativo.

http://www.flickr.com/photos/arnade

https://www.facebook.com/pages/Chris-Arnade-Photography/281993958534617

Molti degli scatti sono stati realizzati in collaborazione con Cassie Rodenberg, blogger e insegnante di scienze alla scuola pubblica del South Bronx.
Il lavoro di entrambe è quello di prestare attenzione a coloro che vengono solitamente ignorati, Arnade racconta: “Quello che spero di fare, permettendo ai miei soggetti di condividere i loro sogni e i loro fardelli e fotografandoli con rispetto, è mostrare come ognuno – a dispetto della sua condizione di vita – abbia uguale valore.” La serie si popola così di storie con protagonisti drogati, persone con problemi mentali, disadattati e bambini. Ma anche sportivi di Parkour, prostitute
gay, transessuali, immigrati e senza tetto. Arnade fotografa le stesse persone più volte, gironzolando di notte per il quartiere di Hunts Points, chiaccherando e diventatìndo intimo con molti dei suoi soggetti. Così conosciamo Millie, prostituta, novantessettesima morta nel Bronx del 2013; Egypt, dipendente da crack con un passato di abusi sessuali e molta ironia; Micheal gay e dipendente dall’eroina. Ogni scatto una storia.
Ogni volta che chiedono a Chris come aiutarlo suggerisce di fare una donazione all’Hunts Points Alliance for Children e così faccio io, perchè i bambini sono il futuro.

.



Lascia un commento