Care ragazze, a proposito dell’aborto e della Spagna

Le donne di Usciamo dal silenzio
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Care ragazze,
Il 14 gennaio del 2006 eravamo in 200 mila – donne e uomini – in piazza Duomo a Milano per difendere la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza e per rilanciare la questione della libertà femminile. La convinzione, ora come allora, è che le due cose vadano di pari passo.
Otto anni dopo, siamo qui a ribadire l’urgenza di un’alleanza e di una battaglia comune. Comune a tutte le donne, ma che dovrebbe riguardare anche quegli uomini – amici, fidanzati e mariti – che vorrete compagni della vostre vite. E siamo qui a dire a voi donne più giovani che è il vostro momento.
Torniamo a farlo perché ciò che accade in Spagna dimostra che una conquista non è per sempre e che il controllo sul corpo delle donne resta l’oggetto di una contesa che non finisce mai.

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Il 20 dicembre il governo di centrodestra Rajoy ha varato un progetto che smantella la legge Zapatero sull’aborto, autorizzandolo solo in caso di stupro, di rischio per la salute fisica o psichica della donna e di anomalie talmente gravi da comportare la possibilità di morte del nascituro.
Non è tutto: il 10 dicembre il Parlamento europeo aveva bocciato (anche a causa dell’astensione o dell’assenza di alcuni europarlamentari del Pd) la Risoluzione Estrela che, in sostanza, chiedeva che l’aborto fosse legale e sicuro per le donne in tutti i paesi dell’Unione, cosa che ora non accade nè in Polonia nè in Irlanda.

Non crediamo che in Italia si possa tentare di demolire la 194 a viso aperto: si continuerà però a svuotarla attraverso un ricorso all’obiezione di coscienza – reale o strumentale che sia – che sta rendendo difficile, e in alcune zone addirittura impossibile, il ricorso all’interruzione di gravidanza. Lo abbiamo scritto nel nostro Manifesto “Legge 194: cosa vogliono le donne” (http://www.change.org/it/petizioni/manifesto-per-la-piena-attuazione-della-legge-194-78, scritto insieme alla Libera Università delle donne e ai Consultori Privati laici ): a 35 anni dall’approvazione della legge, “vediamo tradito il suo senso, snaturata la sua applicazione e temiamo per il suo futuro”.

Futuro è la parola chiave: in Italia in questi tempi viene alimentato un conflitto insensato tra giovani e vecchi. Ciò che urge, ciò che noi sollecitiamo, è invece un’alleanza tra donne che non può però darsi senza il protagonismo e l’assunzione di responsabilità delle più giovani tra di noi.

E’ il vostro tempo e la legge 194 riguarda la vostra vita, la vostra libertà e la vostra salute più di quanto riguardi, in concreto, molte di noi.
Nei prossimi mesi in Europa le donne si mobiliteranno per sventare la controriforma Rajoy. Noi ci saremo e vorremmo condividere questo percorso e, insieme, affidare a mani più giovani il testimone di questo impegno. Per noi questo comporta avere cura della 194 e del suo destino, quali che siano i modi, non necessariamente i nostri, che sceglierete per farlo.
“Siamo uscite dal silenzio” recitava lo striscione che apriva il corteo del 14 gennaio 2006. Oggi aspettiamo le vostre parole.

Per adesioni e risposte usciamodalsilenziomilano@gmail.com e la pagina Facebook “Care ragazze a proposito dell’aborto e della Spagna”
Milano 14 gennaio 2014



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