Bruciano Sarajevo e Tuzla
di Alfredo Sasso, da EastJournal
8 febbraio 2014 – Le proteste in Bosnia-Erzegovina subiscono in queste ore una drammatica accelerazione. La miccia si era accesa a Tuzla due giorni fa, con le manifestazioni di disoccupati e lavoratori delle aziende privatizzate,terminate in scontri violenti di fronte alla sede del governo cantonale. Oggi erano previste manifestazioni in tutte le principali dela Bosnia-Erzegovina, in solidarietà con Tuzla e contro la cronica emergenza sociale in cui versa il paese dal dopoguerra (28% di disoccupazione, circa 60% tra i giovani) .
Ed è stata di nuovo Tuzla ad accendere il fuoco, non solo metaforicamente. Fin dall’inizio la manifestazione nella città (circa 10.000 i partecipanti secondo la stampa locale; scuole e università chiusa) è degenerata in scontri duri tra forze dell’ordine e manifestanti, di fronte alla sede del governo cantonale di Tuzla. Dopo il lancio di sassi e bombe carta, alcuni dimostranti sono riusciti a entrare nell’edificio istituzionale, appiccando il fuoco all’interno. Poco dopo, la stessa cosa è avvenuta nella capitale Sarajevo e a Zenica: manifestanti sono penetrati nelle sedi dei rispettivi cantoni e dato fuoco all’interno. A Sarajevo si sono registrati duri scontri davanti al palazzo presidenziale, dove sono state date alle fiamme auto della polizia e ufficiali. Quasi tutti i principali edifici istituzionali di Sarajevo sono stati evacuati. Tensioni anche nelle città di Mostar e Bihac, dove si registrano scontri e danni alle sedi istituzionali locali.
Come fanno notare alcuni analisti, è sintomatico che siano stati presi di mira principalmente gli edifici dei “cantoni”, le dieci province in cui è suddivisa la Federazione di Bosnia-Erzegovina (che rappresenta una delle due entità in cui è suddivisa la Bosnia-Erzegovina; l’altra è la Repubblica Srpska), che vengono individuate come l’esempio della frammentazione, dell’inefficienza e della corruzione in cui versa la Federazione di Bosnia-Erzegovina. Va detto che nella seconda entità del paese, la Repubblica Srpska, le manifestazioni si sono per ora limitate ad un presidio pacifico di solidarietà nella capitale Banja Luka, con circa 300 manifestanti. Invece, si registrano scontri e incidenti anche a Brcko (che forma un distretto autonomo nel paese) presso il municipio cittadino.
La situazione è in evoluzione continua. East Journal pubblicherà aggiornamenti e analisi costanti sugli eventi in corso in Bosnia-Erzegovina.