Festival del camminare di Bolzano

Dal 23 al 25 maggio, per ritornare a guardare il mondo da vicino

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/08/IMG_4409.jpg[/author_image] [author_info]di Samuel Bregolin. Diplomato come perito agrario, ha seguito letteratura contemporanea a Bologna. Si occupa di agricoltura biologica, reportage, poesia, giornalismo e viaggio. Ha viaggiato in Francia, Italia, Inghilterra, Spagna, Ex-Jugoslavia, Romania, Bulgaria, Turchia, Tunisia e Marocco. Ama raccogliere e raccontare storie dal basso e dalla strada. Ha collaborato con Il Reporter, Colonnarotta, Lindro e Turisti non a Caso. Collabora con Viaggiare i Balcani, OggiViaggi, Il circolo del Manifesto di Bologna, Articolo3, Il Reportage, Qcode Mag. [/author_info] [/author]

18 maggio 2014 – Per qual motivo in un’epoca come la nostra dove i trasporti e le comunicazioni vanno sempre più veloci, dove i mezzi tecnologici ci permettono di raggiungere l’altro capo del mondo in poche ore, qualcuno dovrebbe perdere tempo per affrontare un tragitto a piedi? Sembrano non aver dubbi gli appassionati del trekking e del camminare, per molti la risposta è immediata: per il piacere di farlo.

“Camminare mi fa star bene, innanzitutto”, sottolinea Marco Saverio Loperfido, l’ideatore del sito dedicato ai viaggi a piedi Ammappalitalia, “Dopo i primi passi qualcosa dentro di me comincia a funzionare correttamente, ritrovo il ritmo cardiaco idoneo al giusto vivere. Camminare significa avere un’esperienza ancestrale e primaria con la vita”.

 

Chi sta scrivendo questo articolo non si è limitato ad informarsi in rete sul mondo dei viaggi a piedi o leggere qualche rivista specializzata, ma ha indossato personalmente gli scarponcini da trekking per attraversare le campagne dell’Alto Lazio: tra greggi di pecore, pastorelli, borghi in pietra arroccati sulle forre di tufo e paesaggi degni di una pittura espressionista. Probabilmente non si può capire quale sia la tranquillità, l’intimo equilibrio con la natura e col mondo, la dolce e rassicurante sensazione di essere esattamente dove si dovrebbe essere, senza averla sperimentata in prima persona.

 

logo_festival_it

 

Il viaggio a piedi non rappresenta solo una lieto svago dallo stress quotidiano, è anche una precisa scelta di dire no a un’industrializzazione forzata e forzosa, ad un eccesso di tecnologia. Al modello obsoleto della società dei consumi, all’inquinamento ed allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta. Viaggiare a piedi significa andare contro alla standardizzazione di massa, alle logiche imposte dal profitto e dal sistema.

Il viandante di oggi va, per scelta personale o circostanze storiche, in direzione ostinata e contraria: riscoprendo vecchi sentieri abbandonati e ricoperti dai rovi, riaprendo i tracciati umani che un passo dopo l’altro hanno formato strade e commercio tra i paesi. Il camminatore rispolvera il patrimonio storico, ambientale, paesaggistico, naturale, culturale, gastronomico, agricolo e umano; lo riprende in mano rendendolo usufruibile agli altri attraverso le nuove tecnologie, il gps, internet e i blog.

Ed è proprio attraverso la rete che ci si rende conto che ad averne abbastanza dei disagi sui treni o del frastuono degli aerei sono molti più di quanto si pensi. Una nebulosa di viandanti, forse non ancora ben organizzata, che ancora non si conosce, che non fa ancora forza comune, ma che ha il comune intento di riscoprire, salvare e condividere tutto un patrimonio umano e naturalistico che da decenni la società dei consumi spazza via con ferree logiche economiche.

 

“Tra viandanti e camminatori ci si da sempre del tu”, racconta Luca Gianotti, filosofo di origine modenese che negli anni a piedi ha attraversato Islanda, Socotra, Capoverde, Kazakistan, Norvegia, Corsica, Grecia e ovviamente centinaia di siti naturalisti dal Nord al Sud dell’Italia, “Ci si da sempre del tu perché camminare mette tutti sullo stesso piano. Non ci sono gerarchie o differenze. Camminare avvicina le persone, le rende uguali”.

Mentre in rete aumentano i blog e i siti dedicati all’argomento e sui sentieri di tutta Italia sconosciuti giovani sudano in salita per segnare col Gps sentieri semi perduti per chi vuole avvicinarsi al mondo dei camminatori il prossimo evento è il Festival del camminare che si svolgerà a Bolzano dal 23 al 25 maggio e di cui Luca Gianotti è il direttore artistico. Circa 45 eventi sono previsti durante i tre giorni di festival: camminate, escursioni, concerti, dibattiti, incontri con scrittori, guide, semplici appassionati o specialisti. Tra gli ospiti Eugenio Bennato in concerto, la prima assoluta l’Alfabeto delle orme dello scrittore Wu Ming 2, accompagnato dal gruppo rock Frida X, il concerto di musica errante dal Mediterraneo alla Persia dei Café Loti, il reading di Wu Ming 1 e le attività per bambini organizzate da Massimo Montanari e i suoi asinelli lungo il centro cittadino di Bolzano.

Per restare in tema gli organizzatori del festival del camminare hanno organizzato una camminata per raggiungere il festival lungo l’antica Via romea germanica di Stade, una passeggiata di avvicinamento che parte da Lavis (Trento) per cominciare a respirare l’aria delle Dolomiti, delle campagne e vigneti trentini, del viaggio a piedi e della compagnia di altri viandanti. Per iscriversi, gratuitamente, basta andare nel sito del festival: www.festivalcamminare.bz.it

“L’Italia ha un patrimonio immenso che è in attesa di essere utilizzato al meglio e senza costi” conclude Marco Loperfido, “Non c’è bisogno di spendere soldi per spostarsi a piedi. I sentieri esistono già da millenni, perché l’Italia è un paese che affonda le radici nel tempo antico ed è sempre stato abitato, e quindi attraversato, camminando”.

 

Sosteneteci. Come? Cliccate qui!

associati 1

 

 



Lascia un commento