Boutographies

[author] [author_image timthumb=’on’]https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn2/208826_10151525732097904_583330344_n.jpg[/author_image] [author_info]Leonardo Brogioni, fotografo, fondatore di Polifemo. Per QCodeMag autore della rubrica HarryPopper[/author_info] [/author]

21 maggio 2014 – A fianco dei consolidati festival di fotografia di Arles (Rencontres Internationales de la Photographie) e Perpignan (Festival International du Photojournalisme “Visa pour l’Image”) un altro appuntamento in Francia sta ricevendo riconoscimenti internazionali. Si tratta del festival Boutographies – Incontri Fotografici di Montpellier, organizzato dall’associazione Grain dImage che dal 2001 propone progetti di giovani talenti emergenti europei. Dopo sette anni nel quartiere di Boutonnet (da cui il nome) nel 2008 l’evento si è spostato nel centro di Montpellier, dove offre a fotografi e pubblico uno dei migliori spazi espositivi nel sud della Francia, il Pavillon Populaire.

© Miho Kajioka - As it is

© Miho Kajioka – As it is

Alcuni dati dimostrano il consolidamento della presenza del festival nel panorama fotografico europeo. 550 i progetti presentati quest’anno per la selezione delle mostre, circa 20 le nazioni europee rappresentate, 14.000 i visitatori dell’ultima edizione. Incontri, proiezioni, premi, letture portfolio, mostre hors les murs (fuori dal circuito della selezione ufficiale, anche come spazi espositivi) e partnership con vari eventi fotografici francesi e stranieri (Mois de la Photo Off a Parigi, Voies Off ad Arles, Fotoleggendo a Roma) completano il programma.

Ma non è solo la quantità di presenze e offerte a contraddistinguere Boutographies, un accurato lavoro di selezione (o – come si suol dire – di scouting) effettuato da una giuria competente garantisce la qualità delle proposte.

Scrive il direttore artistico Christian Maccotta nella presentazione del festival: documenti, installazioni, elaborate messe in scena, immagini forti o delicate: tutte le opere presentate evidenziano una dedizione senza compromessi al processo di espressione fotografica. Riguardano, com’è nella tradizione di Boutographies, una vasta gamma di rappresentazioni di entrambi i mondi, interiore ed esteriore. La fotografia, infatti, è fedele alla sua funzione quando riesce a portare in superficie modi di essere e cose che che di solito si trovano in profondità: ansie e fantasmagorie, indicazioni per il futuro, tracce del nostro tempo e sensazioni indefinibili.

A maggio, a Montpellier si possono davvero vedere progetti fotografici freschi e innovativi, con immagini che rimarranno a lungo nella vostra mente.

Come quelle di Elena Chernyshova, che nel lavoro Jours de nuit. Nuits de jour racconta la vita quotidiana a Norilsk, una città mineraria della Siberia, la settima più inquinata del mondo, i cui edifici, miniere ed acciaierie sono state costruite dai prigionieri dei Gulag. Un luogo dove la temperatura media è di -10° e può arrivare fino a -55° in inverno. Le sue foto mostrano come gli esseri umani riescono ad adattarsi al clima estremo, al disastro ecologico e all’isolamento.

Miho Kajioka invece rappresenta la sua intima relazione tra spazi e luoghi nel Giappone post-Fukushima, la cui tragedia lo ha spinto a dedicarsi nuovamente alla fotografia dopo averla abbandonata per lavorare come direttore di produzione per numerose televisioni internazionali. Le immagini del suo progetto As it is sono evocative, un misto di grazia e rovine, inquietudine e bisogno di normalità.

Titus Simoens con Blue, see racconta luoghi isolati, lontani dalla sicurezza e dal comfort del nostro abituale stile di vita. Passando molto tempo nello stesso posto riesce a creare uno stretto rapporto con i suoi soggetti e a mostrarci, attraverso il linguaggio del corpo, come gli esseri umani si relazionano all’ambiente.

Ma la più sorprendente e piacevole sorpresa è Killing Becher di Swen Renault, un progetto con un approccio dissacrante e irriverente alle foto dei coniugi Becher, icone della Nuova Oggettività tedesca, i cui celebri soggetti qui vengono semplicemente distrutti. Si legge nel testo introduttivo alla mostra:  il migliore omaggio che si potrebbe fare a questi due autori: l’identificazione immediata con uno stile e con un’estetica che ha segnato la fotografia contemporanea. Da non perdere.

Sono solo quattro esempi della moltitudine di immagini visibili a Boutographies, un’anteprima delle quali trovate nella galleria qui pubblicata.

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Les Boutographies
rencontres photographiques de Montpellier
dal 17 maggio al 1 giugno 2014
tutte le informazioni su www.boutographies.com

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