Disabilità e trasporti a Milano: nuova lettera all’assessore Maran

È vero. Siamo un piccolo giornale, ma crediamo anche che se un articolo interpella un personaggio istituzionale (avvisati gli interessati, non pretendiamo che se ne accorgano direttamente) sarebbe normale e non solo bello ricevere una risposta. Di quasiasi tipo. L’indifferenza è una brutta pratica e non fa che aumentare il desiderio di ottenere risposte. Max Cignarelli, nostro collaboratore fin dai primi tempi dell’avventura di Q Code Mag, aveva scritto un anno fa una lettera aperta all’assessore Pierfrancesco Maran, che ha delega alla Mobilità, Ambiente, Metropolitane, Acqua pubblica, Energia. Abbiamo risollecitato e ora torniamo alla carica. Chissà, la tenacia è sempre una buona compagna di viaggio. (a.m.)

 

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Lavoro e disabilità: volere non è potere   21 marzo 2014

 

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26 luglio 2014 – Assessore buongiorno. So che lei, come tutti i politici, è molto preso. Non voglio fare il qualunquista, come quelli che dicono “di noi se ne fregano e penso solo alla poltrona”. Ho sempre votato da quando ho compiuto 18 anni, l’ho fatto volentieri e convintamente e pensando sempre e giustamente a dare una speranza ai problemi della collettività, attraverso il mio voto allo schieramento preferito.

Purtroppo nel tempo ho visto che da parte di centro destra e centro sinistra, non salvo nessuno, c’è sempre stato poco  interesse verso noi disabili. Forse è anche per questo che dopo un anno non mi ha ancora risposto? Mi esprimo in modo così ruvido e come il solito disabile incazzato e battagliero (se ne vedono in giro un po’) più che altro per accelerare una sua risposta.

La questione che le ho sottoposto è seria. Non basta rendere i mezzi pubblici accessibili, bisogna pensare anche a quei disabili in carrozzina come me.

Non potendo raggiungere la fermata dei mezzi pubblici in carrozzina da solo, né potendo e volendo contare sempre sull’eventuale accompagnatore, sono costretto a prenotare pulmini di cooperative private con pedana. Ma ci sono due problemi grossi come una casa.

Il primo: gli orari in cui questi pulmini possono venire sotto casa sono molto condizionanti e ridotti, avendo gli autisti tante corse, comprese le scuole per i disabili.

I costi che equivalgono una corsa in taxi. So che il Comune dà un piccolo contributo solo in caso di corse al lavoro, a scuola e di cure riabilitative. Ma tale contributo il più delle volte è irrisorio perché fisso. Se la corsa è breve, è un aiuto, se no fa il solletico. Anche un corsa di lunghezza media ha un costo non indifferente. Ecco perché, con mio grande dolore e rabbia, ho dovuto rinunciare al lavoro.

Il lavoro spesso non si trova sotto casa, è gia tanto se lo trovi, quindi facendo due conti non mi conveniva. Lo stipendio andava quasi tutto in soldi per il pulmino: lei capisce come questi costi siano condizionanti?

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Pierfrancesco Maran

Anche per il tempo libero faccio sacrifici. Non guido l’auto, non tutti i mezzi sono accessibili e spendo un capitale di pulmino, tutto a mie spese , se voglio muovermi anche appena fuori zona.

Torno a chiederle: può fare il Comune qualcosa? Potreste fare qualcosa per venire incontro a chi spende così tanto in pulmino, di giorno e di sera?

Le chiedo ancora una risposta, ma non se la prenda troppo comoda perché non siamo l’ultima ruota del carro. Le ho fatto anche la battuta autoironica, come a me piace fare.

 

Cordiali saluti

Max Cignarelli

 

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