Sindrome di Down e aborto

Un tweet del biologo britannico Richard Dawkins sulla “immoralità” di mettere al mondo un bambino affetto dalla sindrome di Down ha scatenato aspre polemiche. Un tema delicato e spinoso, ma la decisione spetta ai genitori e va rispettata

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di Max Cignarelli

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26 agosto 2014 – “Abortisci e riprova. Sarebbe immorale metterlo al mondo, visto che hai la possibilità di evitarlo”. Un tweet come una miccia, che innesca in pochi minuti una protesta collettiva. L’autore è il biologo britannico Richard Dawkins, noto per le sue posizioni – e provocazioni, talvolta – atee ed abortiste. Destinataria del messaggio è una donna, che a lui aveva espresso il dilemma se fosse giusto o meno mettere al mondo il figlio nel caso in cui gli fosse pre-diagnosticata una sindrome di Down. E quella risposta, compressa in 140 caratteri, fa insorgere tanti, tra “seguaci” di Dawkins e rappresentanti delle associazioni per la disabilità, britanniche e non solo.

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Ma Dawkins non si spaventa, anzi rincara la dose, rinforzando la provocazione: nel caso di bambini autistici, dice, non sarebbe infatti opportuno l’aborto, perché possono offrire “un grande contributo al mondo, visto che alcune loro facoltà sono superiori alla norma. Non è così per coloro affetti dalla sindrome di Down”. Crescono le polemiche, ma Dawkins insiste e replica, sempre su Twitter: “Io sarei un orrido mostro solo per aver consigliato di fare ciò che accade realmente alla maggior parte dei feti affetti dalla sindrome di Down. E cioè: vengono abortiti”.

A distanza di un giorno, però, forse per placare l’onda dirompente delle polemiche, Dawkins dedica ampio spazio alla vicenda sul proprio sito internet dove pubblica un articolo in cui, innanzitutto, si scusa per la “frenesia” scatenata dal suo tweet. Poi, entra nel merito della questione: “Lo screening per l’anomalia cromosomica – spiega – è normalmente offerto, in particolare per le madri più anziane, che hanno più probabilità di avere un figlio con questa condizione. Quando viene rilevata la sindrome di Down, la maggior parte delle coppie opta per l’aborto e la maggior parte dei medici lo consiglia”.

Il tema è delicato e spinoso. Per un bimbo il fatto di nascere down è una sfiga ed un dispiacere sopratutto per lui. Dispiacere che poi, ovviamente, colpisce chi gli vuole bene, i suoi genitori. Un bimbo down nel caso che non sia voluto ha una doppia disgrazia: essere down e non voluto. Io penso che tutti abbiamo il diritto di essere voluti e amati, ma dobbiamo anche rispettare quei genitori che non si sentono di avere un figlio down, solo a loro spetta la scelta.

 

 

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