Fortunato a chi?

Anche a un disabile capita di essere additato come un privilegiato. Ma la pensione di invalidità non abbatte le barriere architettoniche e sociali

 

di Max Cignarelli

 

18 ottobre 2014 – Una signora al mercato mi ha detto che non sono uguale a lei. Che sono più fortunato di tutti perché ho la pensione e perché abbiamo diverse cose gratis. Affermazione che, ovviamente, intende dire: “avete fin troppo”. Quel che è peggio è che, in passato me lo hanno anche detto alcuni operatori e volontari.

discriminazione-disabili-stranieri-inps_783389

Ecco come siamo fortunati e come abbiamo fin troppo: aumentano i tagli agli insegnanti di sostegno e s’ingrossa, come denunciano diverse associazioni, l’enorme fila di disabili disoccupati che potrebbero e vorrebbero lavorare. A questo proposito l’Italia è stata paragonata dall’Europa alla stregua dello Zambia in merito alle assunzioni dei disabili.Il taglio dei comuni ai servizi sociali e quello delle regioni alle riabilitazioni fisioterapiche l’eccessiva e massiccia presenza di barriere architettoniche nelle nostre città rende ancora troppo difficile il viver quotidiano di molti disabili. Il nostro tempo libero è sacrificato, così come la possibilità di viaggiare o andare in vacanza.

La pensione d’invalidità è troppo bassa (invalidità più accompagnamento è pari a 750 euro mensili) ed è impossibile vivere se uno non ha un famiglia ricca, o non è ricco, o non lavora. Se, in definitiva, non ha a disposizione una cifra che permetta di avere un tenore di una vita dignitoso, senza l’obbligo a risparmiare su tutto o a chiedere aiuto, come sono costretto a fare io, ai genitori che hanno lavorato una vita.

C’è anche il problema di chi vuole o deve accedere alla comunità alloggio (difficile già di suo trovarne una adatta considerando le liste bloccate all’entrata e i costi per mantenersi, sebbene questi siano variabili a seconda che la struttura sia privata o pubblica). Poi ci sono i costi eccessivi per i viaggi sui pulmini di cooperative private che sono spesso l’unico mezzo possibile di spostamento per molti disabili. Il prezzo è quello di un taxi ed il rimborso del comune è davvero irrisorio per corse medie e lunghe.
È utile solo se la corsa è molto breve, il rimborso è solo per corse dirette a scuola, al posto di lavoro, ai centri per cure riabilitative. Di tutto questo ho già parlato in un precedente post. Tutte questioni, purtroppo, ancora irrisolte.
Alla luce di tutto ciò, mi rivolgo a coloro che attaccano indiscriminatamente i miei post e le denunce in essi riportate. Sono le stesse persone che si ostinano a non voler tenere in considerazione ciò che ancora non abbiamo.

Sono persone che vogliono ignorare la negazione di molti diritti e della mancanza di rispetto nei nostri confronti da parte di un buona fetta della politica e della società!



Lascia un commento