Con Sacco e Vanzetti tra carcere e teatro

Un ponte tra dentro e fuori negli spettacoli e laboratori del Teatro dei Venti 

di Giulia Bondi
@gnomade

 

25 novembre 2014 – Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, la loro fede anarchica e le accuse ingiuste che hanno portato alla loro condanna negli Stati Uniti degli anni Venti. La prima Crociata, sul cui sfondo si muovono Clorinda, Tancredi, Armida e gli altri personaggi della “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Partire dalle storie per costruire un ponte tra dentro e fuori, tra il carcere e la società.

Con un progetto in collaborazione con una scuola superiore, un laboratorio permanente con 15 detenuti, un percorso più breve ispirato alle figure di Sacco e Vanzetti, il Teatro dei Venti di Modena continua il suo impegno, iniziato nel 2006, in progetti teatrali all’interno delle carceri.

“Quello che cerchiamo – spiega il regista Stefano Tè – è una via d’uscita, o meglio, una via d’entrata, un percorso di integrazione che utilizzi gli strumenti del teatro per far interagire due parti del corpo sociale altrimenti isolate. Tra Carcere e Società  – continua – esiste un muro molto più spesso delle mura fisiche, e al Teatro spetta il compito di aprire una breccia o trovare modi per scavalcarlo”.

Così a novembre sono ricominciate le attività alla Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, cittadina lungo la via Emilia, tra Modena e Bologna, in collaborazione con il Comune e il Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna.

applausi_fotoChiaraFerrin

La prima fase del progetto “Stanze di Teatro in Carcere” ha coinvolto una classe dell’Istituto agrario della città: in una sessione di lavoro comune, detenuti, internati e studenti hanno esplorato la Gerusalemme Liberata di Tasso, opera scelta dal Coordinamento Teatro Carcere come fil rouge della propria attività all’interno dei penitenziari della regione per il biennio 2014-2015.

Un altro percorso formativo curato regista Stefano Tè sta coinvolgendo detenuti e internati, insieme a sei “liberi cittadini” scelti in base alle motivazioni e al curriculum all’interno di un gruppo più ampio di persone che si erano rese disponibili. La vicenda di Sacco e Vanzetti è lo spunto per un lavoro di dialogo e integrazione. Il laboratorio sfocerà in una prima dimostrazione di lavoro nell’ambito dell’iniziativa City for Life – Città contro la pena di morte, un evento promosso in tutto il mondo dalla Comunità di Sant’Egidio e che a Modena vede il sostegno e il patrocinio del Comune.

I primi incontri sono la tappa di un progetto più ampio che mira a creare percorsi stabili di ingresso nei luoghi della detenzione con l’utilizzo del linguaggio universale del Teatro. Intanto dal mese di settembre il Teatro dei Venti ha iniziato un laboratorio permanente all’interno della Casa Circondariale di Modena, avviando un percorso di avvicinamento al Teatro per un gruppo di 15 detenuti, sempre con il sostegno del Comune.

prove_Sette_Contro_Tebe_fotoChiaraFerrin

I laboratori permanenti in Carcere possono essere definiti un’officina creativa, dove i detenuti hanno l’opportunità di sperimentare diverse forme di comunicazione artistica (musica, azione scenica, danza) nelle loro interazioni possibili. Le differenti discipline sono unite da un tema e da un confronto-scambio continuo. Il percorso teatrale in carcere è strutturato in uno o due incontri settimanali di tre ore ciascuno, per la durata di almeno 30 incontri l’anno. I laboratori tendono a creare un contesto pedagogico di autoformazione e di crescita individuale e collettiva.

Il risultato del percorso confluisce sempre nella messa in scena di uno spettacolo aperto al pubblico, dentro e fuori le mura carcerarie. Nel 2007 lo spettacolo “Frammenti” è stato presentato alla finale del Premio Scenario/Ustica. Nel 2011 ha debuttato lo “Aspettando Caligola” e nel 2013 “Sette contro Tebe”.

 


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