Colonna destra: Gaetano Liguori

La colonna destra dei siti mainstream italiani è il trionfo dei click e la morte del contenuto in rete. Dai castori che ballano alle anatomie dei corpi esibiti in finti servizi rubati.

Q Code Mag affronta la sonnolenza postprandiale che caratterizza alcune date clou di queste feste, o il senso dilatato delle giornate natalizie e di inizio anno, con una carrellata di consigli fra lettura, video, cinema, facezie o spunti per svuotare la scatola cranica. O riempirla di contenuti di quel bellissimo concetto dei nostri avi, che veneravano l’otium come occasione di crescita personale

Come farsi una piccola discoteca Jazz, ragionata

 

di Gaetano Liguori

 

3 gennaio 2015 – Il Jazz è una musica che ha ormai più di cento anni e che ha visto i suoi protagonisti assurgere alle più alte vette della composizione e dell’esecuzione, in un secolo il 1900 dove si sono affermati sul versante classico personaggi come Strawinki , Scoemberg , Bartok. Può sembrare riduttivo , e in parte lo è consigliare solo 10 cd , ma questo potrebbe essere solo un’inizio di un amore che può durare tutta una vita , come nel caso del sottoscritto.

 

1) Louis Armstrong (1901-1971) The hot five & The hot seven, 1927-28  1308680440_564a6fa0aa8e9df6dcf2d85a7d9

Armstrong è l’ineguagliabile rinnovatore di tutta la musica afroamericana che antecede il periodo della Seconda Guerra mondiale, quasi uno spartiacque fra jazz classico e moderno. Esistono moltissime registrazioni di Armstrong tra il 1923 e il 1970, nella sua lunga carriera di amabile divulgatore dell’hot jazz, ma i pezzi incisi con i suoi Five e Seven nella seconda metà degli anni 20 sono pietre miliari in qualsiasi raccolta jazz che si rispetti e anche oggi non perdono niente del fascino e della potenza esercitata quasi un secolo fa.

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2) Duke Ellington (1899-1974) Early Ellington, 1926-31 MI0002105983

Con la sterminata discografia del personaggio che forse più di ogni altro rappresenta il jazz, il Duca attraversa tutto il secolo passato con il suo immaginario sia privato sia collettivo, seguendo il filo del discorso della cultura afroamericana. Quello citato nel titolo è un box con tre Cd il cui contenuto risale alla stagione che vede il realizzarsi di grandi classici, musiche radicate nel blues, ma con una spinta originale verso lo swing.

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3) Billie Holiday (1915-1959) The Golden Years 1933-41   billie-holiday-the-golden-years-6-eye-columbia-3-lp-mono-box-nm-promo_8482789

Di Lady Day, e della sua vita è stato detto e scritto tantissimo; la sua autobiografia è diventata un film voluto dalla pop star Diana Ross. Billie è la voce del jazz per antonomasia: il timbro carico,il feeling blues, la prontezza melodica e il muoversi sulle armonie in modo anticonvenzionale fa di lei l’interprete che racchiude in se l’essenza genuina del jazz tout court, senza distinzioni tra il classico e il moderno. Spesso canta anche testi impegnati come Strange fruit, che non sono altro che i corpi che penzolano dagli alberi, di neri linciati dal Ku-Klux-Klan.

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4) Charlie Parker (1920-1955) On Dial: the complete sessions, 1945-47  FIrst-Parker

Di Parker potremmo consigliare l’intera discografia poiché ogni registrazione è diversa da tutte le altre e anche una versione scartata all’epoca contiene qualche rara perla. Il cofanetto contiene 4 Cd incisi nell’immediato dopoguerra dove con musicisti entrati di diritto a far parte della storia del jazz come Miles Davis, Charlie Mingus, Dizzy Gillespie, Telonius Monk e tutta la generazione dei Boppers il nostro sfortunato eroe scrive pagine miliari di puro jazz.

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5) John Coltrane (1926-1969) A love supreme, 1964 John_Coltrane_-_A_Love_Supreme

Dopo Parker con il bebop, Coltrane è il musicista che imprime una svolta decisiva al jazz moderno, portandolo alla contemporaneità. Coltrane da Love Supreme in poi mantiene sempre una originalissima concezione armonica modale che è la sua più notevole intuizione. Questo disco, ora cd, è un’opera che entra a pieno titolo nella leggenda del jazz, grazie anche ai suoi musicisti Elvin Jones, McCoy Tyner, Jimmy Garrison. In molti passaggi il suo misticismo indiano anticipa la concezione della world music di fine secolo.

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6) Ornette Coleman (1930) Free Jazz, 1960  Ornette_FreeJazz_Front

Opera fondamentale, titanica, epica dà persino il nome all’omonima corrente. Registrato con un doppio quartetto il cd è composto da un brano unico della durata di 36 minuti di improvvisazione collettiva, libera dalle tradizionali strutture armoniche e ritmiche.
Grande musica che all’epoca fece gridare allo scandalo e anche adesso a cinquant’anni di distanza fa ancora discutere.

7) Keith Jarrett (1945) The Koln Concert, 1975   Keith_Jarrett_Koln_Concert_Cover

Jarrett è il musicista che più di ogni altro è riuscito a far entrare il pianoforte jazz nell’immaginario collettivo alla pari di quello classico. Prima di lui ci sono forse solo Art Tatum e Oscar Peterson, Jarrett si permette il lusso o si toglie lo sfizio di incidere anche le Variazioni Goldberg. A livello stilistico il suo pianismo si situa a cavallo fra gospel, bebop, free e romanticismo con forti venature di culture folkloriche, grazie ad un’immediatezza di ascolto è considerato il disco più venduto della storia del jazz. Tecnica portentosa, padronanza dello strumento, cantabilità sono questi gli ingredienti che rendono il disco irrinunciabile.

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8) Miles Davis (1926-1991) Bitches Brew 1969  Bitches_brew

Opera complessa di un musicista di cui ci sono almeno altri cinque cd che potrebbero entrare nella storia del Jazz, questo ha senz’altro cambiato il corso della storia del jazz facendo uscire questo genere da musica di nicchia a musica popular. Tutto questo con un’intuizione elementare, allargare le sonorità jazz a quelle del rock. Strumenti elettronici, ritmi binari e una prepotente sezione ritmica sui quali viaggia ad altezze siderali la sua inimitabile tromba.
Accolto all’epoca da tiepide accoglienze dai puristi del jazz, nel tempo, come il vino, ha acquistato un gusto ineguagliabile.

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9) Michel Petrucciani (1962-1991) Michel Petrucciani 1981  

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Mi fa piacere consigliare anche un musicista europeo. Avrei potuto senz’altro inserire Django Reinhardt il funanbolico chitarrista di origine tzigana, ma ho preferito mettere un artista francese, il pianista Petrucciani. Il suo tocco solido, incisivo la grande musicalità che gli ha fatto rendere storica l’interpretazione di una ballad “Estate” del nostro Bruno Martino hanno fatto si che egli non solo fosse accettato al di là dell’Atlantico, ma diventasse un beniamino degli appassionati made in USA. Visto in azione colpiva per il suo saper superare un grave handicap fisico con una grinta e una determinazione che hanno avuto pochi eguali nel mondo del jazz.

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10) Tony Bennet & Lady Gaga Cheek to Cheek 2014 Tony_Bennett_and_Lady_Gaga_-_Cheek_to_Cheek

Vorrei finire con un disco d’attualità, ma carico di suggestioni, che mette insieme, un crooner ultra ottantenne Tony Bennet (1926) che per molti anni ha diviso la palma di numero uno del canto jazz a Frank Sinatra, e la regina del Trash- pop Lady Gaga (1986).
Atmosfere swing brani classici che più classici non si può a firma di Cole Porter, Irving Berlin, Duke Ellington legano la signora Germanotta e il nostro Bennet ricordando con un filo diretto come questa musica trova sempre linfa nel passato per donarci perle per il futuro.

 

 

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