Il coraggio di salvare i fuggiaschi

L’intervento dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione dopo le ultime tragedie nel Mediterraneo

“L’Italia e l’Unione europea abbiano il coraggio di salvare coloro che sono in fuga verso l’Europa”, afferma in una nota l’Asgi, associazione studi giuridici sull’immigrazione.
I giuristi affermano che “L’attuale quadro internazionale richiede all’Europa e all’Italia il coraggio di sapere ideare ed applicare anche strade innovative per assicurare una più efficace protezione internazionale a coloro che sono in fuga verso l’Europa prima che giungano sul suo territorio. Rimaniamo contrari all’esternalizzazione delle richieste di protezione perché violano il diritto internazionale in materia di asilo”.

“Nell’esprimere il proprio dolore e sconcerto per l’ennesima tragedia nel mare Mediterraneo – prosegue il comunicato – intendiamo sottolineare con forza che quanto avvenuto non dipende da una tragica fatalità ma è frutto della cecità di alcune scelte politiche finora purtroppo prevalenti nella Unione europea”.

La presa di posizione è decisa: “Sia la concreta dinamica dei tragici fatti di questi giorni che quella di altre tragedie passate sotto silenzio solo in ragione delle loro minori dimensioni indica con evidenza che con un programma strutturato di search e rescue dotato di mezzi adeguati di soccorso e che operi in acque internazionali sulle rotte critiche del Mediterraneo e in particolare nelle aree SAR di Malta, Tunisia e Libia gran parte delle persone in fuga possono essere salvate”.
“A sostegno dell’improvvida scelta di porre fine dell’operazione Mare Nostrum per sostituirla con l’operazione Triton – ribadiscono i giuristi – molti avevano enfatizzato la forza dissuasiva alle partenze che l’operazione Triton avrebbe avuto con la scelta di arretrare l’ambito delle azioni di salvataggio a sole 30 miglia dalle coste europee. I dati degli arrivi che si sono registrati nel 2015, persino superiori a quelli dello stesso periodo del 2014, smentiscono platealmente tale tesi assurda e foriera di tragedie.”
La prima cosa da fare secondo Asgi è ripristinare Mare Nostrum: “L’Italia, quale Paese maggiormente coinvolto dal flusso degli arrivi dei rifugiati via mare verso l’Europa, deve assumersi la responsabilità etica e politica di ripristinare con immediatezza l’operazione Mare Nostrum. Non possiamo attendere che si ripetano nuove tragedie. Appare non più rinviabile che l’Unione Europea superi l’inefficiente programma Triton e adotti nel minor tempo possibile un programma coordinato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo avente caratteristiche simili a quelle che ha avuto l’operazione Mare Nostrum”.

Ma la richiesta immediatamente successiva è agire davvero per non consegnare più i profughi nelle mani dei trafficanti: “Allo stesso tempo le istituzioni dell’Unione europea debbono porre con assoluta priorità nell’agenda politica l’adozione di nuove e più efficaci politiche sulla cosiddetta ‘dimensione esterna dell’asilo’ che permettano di avvicinare la protezione ai rifugiati la cui fuga è bloccata nei paesi di transito (spesso a loro volta paesi in guerra o ad altissima instabilità politica) e di contrastare efficacemente le organizzazioni criminali”.

La nota si conclude con due proposte:
– istituire un reale programma europeo di reinsediamento che sostituisca il fragile programma attuale al quale hanno aderito pochi stati dell’Unione e che ha dato finora vita a interventi di reinsediamento dalle dimensioni estremamente modeste;
– rivedere l’attuale miope politica di totale chiusura al rilascio di visti di ingresso per motivi umanitari verso i paesi UE.
“L’attuale quadro internazionale – conclude l’associazione – richiede all’Europa e all’Italia il coraggio di sapere ideare ed applicare anche strade innovative per assicurare una più efficace protezione internazionale a coloro che sono in fuga verso l’Europa prima che giungano sul suo territorio. Tuttavia nessuna delle misure ipotizzabili va comunque confusa con procedure di esternalizzazione delle domande di asilo che sono pericolose, inattuabili e contrarie al diritto internazionale in materia di asilo”.



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