Cinque elementi per un teatro

Al via il sesto anno di attività dello spazio Dom, nel quartiere Pilastro di Bologna

Stupenda e misera città,
che m’hai insegnato
ciò che allegri e feroci
gli uomini imparano bambini

Pier Paolo Pasolini, Pianto della Scavatrice

È una cupola, spuntata negli anni Settanta in mezzo ai palazzoni del quartiere Pilastro. Da cinque anni è anche un teatro, Dom, gestito dalla compagnia bolognese Laminarie. Il sesto anno di attività di Dom, in via Panzini a Bologna, si è aperto da pochi giorni, con “La misura del teatro”, una nuova programmazione che punta a essere non una rassegna, ma “un’indagine sui confini del teatro articolata in cinque dei suoi elementi costitutivi: ritmo, voce, gesto, materia e pensiero”.

Cinque unità di uno stesso elemento, cinque fessure nelle quali altrettanti artisti indagano da diversi punti di vista la misura del teatro, mostrandone la profondità, la capienza e il rigore della forma. Fino a maggio ci saranno spettacoli, incontri, laboratori per bambini e per adulti, mostre, progetti di avvicinamento dei cittadini ai linguaggi del teatro, oltre alla proiezione di un film significativo per il percorso di ogni artista ospite, proiettato al Cinema Lumière in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Una scelta che va nella direzione di mettere in relazione esperienze artistiche di natura differente con gli abitanti del Pilastro e della città, per favorire la nascita di legami con il pubblico e con il territorio.

Laboratorio per bambini sul Ritmo a cura di Laminarie

Laboratorio per bambini sul Ritmo a cura di Laminarie

La prima unità, dedicata al RITMO, ha coinciso con l’avvio del progetto triennale “Ecuba: porti e periferie del Mediterraneo”. Fino al 2017, la compagnia Laminarie porterà la figura di Ecuba – come simbolo della storia raccontata dalla prospettiva dei vinti, e come sintesi della trasversalità della tragedia greca – in un lungo viaggio attraverso periferie italiane e città portuali dell’area del Mediterraneo, realizzato grazie alla collaborazione con Istituzioni internazionali come il Trans Europe Halles e con alcuni teatri stabili della penisola come I Teatri di Roma e il Teatro Biondo di Palermo.

Protagonista della seconda unità, dedicata alla VOCE (5-9 marzo), è il griot senegalese Laity Fall, uno degli attori più importanti della scena teatrale africana e continuatore dell’opera dello storico attore del Teatro delle Albe Mandiaye ‘Ndiaye. Il griot, che ancora oggi conserva un ruolo e un’importante funzione in vaste aree dell’Africa occidentale sub-sahariana, è un cantastorie dalle poliedriche capacità narrative. A metà strada fra l’attore, il musicista, il narratore, il poeta, il griot ha competenze vastissime, dalla storia alla cosmogonia, dalla genealogia alla mitologia ed è considerato il depositario della storia e della tradizione orale del suo popolo.

Dagmawi Yimer, autore di "Va' Pensiero"

Dagmawi Yimer, autore di “Va’ Pensiero”

Il pubblico di Dom potrà entrare in contatto con questa pratica millenaria attraverso lo spettacolo “Kham sa Thiossane – La voce della saggezza” (sabato 7 marzo ore 21), prodotto per l’occasione, e attraverso un laboratorio per bambini e ragazzi (domenica 8 marzo ore 17-18.30). Laity Fall introdurrà inoltre la visione del film “Va’ pensiero”, dedicato al griot, al Cinema Lumière il 7 marzo alle 20.15. L’unità dedicata alla voce ha ospitato inoltre un excursus sulle tradizioni orali (5 marzo ore 19) a cura dell’etnomusicologo Giovanni De Zorzi, con la partecipazione dei Maggi dell’Appennino reggiano, uno dei più interessanti costumi popolari di teatro in musica ed espressione autentica della tradizione orale delle comunità che lo hanno tramandato sino a oggi.

I Maggi

I Maggi

Dal 17 al 22 marzo si articola la terza unità del programma, focalizzata sul GESTO e sull’opera di Virgilio Sieni, coreografo, direttore artistico della Biennale Danza e della Compagnia Sieni Danza, nell’ambito dell’ampio progetto “Nelle pieghe del corpo _ Bologna Geografie di gesti e corpi” curato da Emilia Romagna Teatro e ospitato in diverse sedi a Bologna. A Dom, Virgilio Sieni presenta due lavori che richiedono la partecipazione di figure particolari – partigiani, anziani e bambini – in cui il gesto costituisce il collegamento tra generazioni. “Due esperienze che si rivolgono alla trasmissione intesa come apertura al dettaglio del corpo, all’archeologia umana vista attraverso la relazione tra sguardo e attesa, al rito che sbriciola il gioco nella forma del ritorno” spiega il coreografo e danzatore. “Altissima povertà”, evento inedito che porterà all’incontro tra giovanissimi e partigiani, andrà in scena venerdì 20 marzo alle 21. Il giorno successivo, domenica 22 marzo alle ore 18, Virgilio Sieni presenta “Abbracci”, un lavoro che ha come protagoniste coppie di anziani che si abbracciano, istruendoci sull’origine del gesto. Vigilio Sieni introdurrà il film “Una storia vera” di David Lynch, al Cinema Lumière il 19 marzo alle 22.15.

Uno spettacolo di Virgilio Sieni

Uno spettacolo di Virgilio Sieni

La quarta unità MATERIA (7 – 11 aprile) è dedicata alla costruzione dello spazio scenico e si rivolge a una delle più importanti figure teatrali del Novecento nel centenario della sua nascita, Tadeusz Kantor, un artista che lavorò sempre nella direzione dell’intreccio tra l’arte teatrale e quella visiva.
L’opera di Kantor è indagata attraverso la partecipazione di studiosi che hanno approfondito la dimensione materica del suo lavoro, come Renato Palazzi e Andrea Mancini, e di artisti che furono suoi collaboratori come lo scenografo Daniele Spisa. Tutti e tre saranno ospiti dell’incontro pubblico “Tadeusz Kantor. Cento di questi giorni”, martedì 7 aprile ore 19, mentre due saranno i laboratori di scenografia: uno dedicato ai più piccoli e curato da Laminarie (domenica 11 aprile ore 17-18.30), e uno rivolto invece agli studenti di scenografia e ai professionisti, condotto da Daniele Spisa (8 – 9 – 10 aprile dalle 14 alle 19). Il film “Umarla klasa (La classe morta)” di Andrzej Wajda sarà proiettato al Cinema Lumière il 9 aprile alle 20.30. Nel foyer di Dom ci sarà la mostra fotografica “Wielopole, Wielopole” di Antonio Sferlazzo, che seguì la preparazione dello spettacolo di Kantor in Italia (realizzata grazie alla collaborazione con la Biblioteca Archivio Fondazione Teatro della Pergola di Firenze.)

Tadeusz Kantor

Tadeusz Kantor

“La misura del teatro” si conclude con PENSIERO. “Se le prime quattro unità rappresentano quattro organi del corpo teatrale – spiegano gli organizzatori – l’ultima rappresenta invece il sistema endocrino di questo programma: quel sistema cioè che, pur invisibile, contribuisce al benessere dell’intero organismo”.
Il 14 aprile alle 19 lo studioso di filosofia Riccardo Fanciullacci parlerà di Iris Murdoch, la scrittrice irlandese che seppe coniugare filosofia e letteratura in un’opera organica, la cui figura verrà approfondita anche attraverso la visione del film “Iris – un amore” di Richard Eyre. Il 21 aprile alle 19 ci saranno Giancarlo Gaeta e Maria Concetta Sala, curatori del libro La rivelazione greca, che raccoglie diversi scritti di Simone Weil sulla cultura greca. La conferenza sarà accompagnata da una lettura scenica al femminile, cui partecipano sette attrici e autrici protagoniste di diverse esperienze del teatro contemporaneo regionale: le giovanissime Serena Balivo e Silvia Lamboglia, accanto ad attrici affermate come Mariangela Gualtieri, Enrica Sangiovanni, Magda Siti, Anna Amadori ed Elena Galeotti.

Erica Sangiovanni, una delle protagoniste dell'incontro dedicato a Simone Weil

Erica Sangiovanni, una delle protagoniste dell’incontro dedicato a Simone Weil

Il 28 aprile alle 19, per il sesto anno consecutivo, ci sarà Il Patto, la lettura pubblica della Costituzione realizzata con la partecipazione dei lettori volontari del quartiere e della città. Ospite di questa edizione sarà il professore di storia contemporanea Alberto De Bernardi, vicepresidente dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, che introdurrà la lettura.

Il programma si conclude il 5 maggio alle 19 con Stile e Verità, un incontro con Alfonso Berardinelli, saggista e critico, che offrirà al pubblico letture e riflessioni sull’opera di Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della morte del grande poeta di Casarsa. L’incontro si svolge in un contesto insolito e suggestivo: nel cantiere della nuova Arena all’aperto al Parco Pasolini, che verrà costruita nell’ambito delle celebrazioni del 50° anniversario del Pilastro e che in quel periodo sarà occupato dalle scavatrici e le ruspe del movimento terra.

L’ingresso a tutti gli spettacoli costa 7 euro, gli incontri e la lettura pubblica della costituzione sono gratuiti. Gli aggiornamenti al programma saranno pubblicati sul sito Dom la cupola del Pilastro.
Si può arrivare al Pilastro con l’autobus numero 20 dal centro di Bologna, con corse anche notturne.

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