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Tre mesi di viaggio tra Dakar e Nairobi alla scoperta dei nuovi modelli comunicativi del continente africano

di Elisabetta Demartis e Sandro Bozzolo

In quest’Africa che scorre veloce fuori dal finestrino, cartelloni pubblicitari offrono connessioni internet 4G e nuovi modelli di smartphone, segnando il paesaggio che scorre tra le principali metropoli del continente e i villaggi. Il contrasto con l’ambiente circostante è solo apparente: le pubblicità oscurano un sottobosco di costruzioni precarie e attività commerciali informali, ma la maggior parte delle persone che vivono e lavorano sotto quell’ombra ha in mano un telefono cellulare, spesso di ultima generazione.

Siamo in viaggio da due mesi, tra oriente e occidente, tra Dakar e Nairobi, tra lunghe tuniche blu e compagni di viaggio in giacca e cravatta. Le distese sabbiose del nord dell’Uganda come le piantagioni di moringa del Ghana: la prospettiva che guida il nostro sguardo è segnata dal rapporto tra tecnologia e agricoltura, identificando una costante in un continente che, per dirla con Kapuściński, “non esiste”. La complessità di culture e popoli locali, infatti, ha da tempo reso evidente l’inadeguatezza degli Stati nazionali e per convenzione si è scelto di semplificare sotto un unico nome – Africa – una moltitudine di realtà lontanissime tra loro.

La capitale del Ghana è sede privilegiata per start-up e progetti legati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonostante i gravi black-out elettrici che da quasi due anni affliggono la città

Negli ultimi anni, però, un nuovo elemento ha contribuito a definire l’immaginario comune di un unico “popolo”, unito in una nuova grande tribù che parla la lingua del web. Si tratta di un fenomeno globale e generazionale, ma si tratta prima di tutto di una storia africana. Secondo una ricerca condotta dalla Banca Mondiale nel 2012, l’imponente sviluppo nel settore delle ICTs (Information Communication Technologies) ha portato il numero di abbonamenti di telefonia mobile nel continente africano dai 25 milioni registrati nel 2001 a quasi 650 milioni nel 2012. In termini economici, l’apertura di questi nuovi scenari di consumo ha generato un incremento del PIL del 5% annuo.

Quando abbiamo chiesto a un contadino ugandese quale sia la reale utilità del suo telefonino, la risposta immediata è stata: “per comunicare”. Eppure quel telefonino costituiva il suo intero capitale, da impegnare in epoca di difficoltà economiche per riscattarlo appena possibile.

Il nostro progetto si chiama Agritools. Ottanta giorni in viaggio tra Senegal, Kenya, Uganda e Ghana, per portare avanti una ricerca giornalistica relativa all’utilizzo delle ICTs nel settore primario. Piattaforme web la creazione di networks di contadini, sms per facilitare l’accesso all’informazione sui prezzi del cibo sul mercato e telefonia mobile per risparmiare denaro e accedere a finanziamenti al di fuori del sistema bancario. Sono queste alcune tra le molteplici funzionalità che i nuovi mezzi di comunicazione permettono di attuare, al fine di migliorare la vita dei contadini nelle aree rurali dei paesi de Sud Globale.

 

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I cartelloni oscurano le residenze informali costruite lungo le strade della capitale ugandese.

 

Esiste un acronimo specifico per riferirsi a questo settore, ed è ICT4Ag, “Information Communication Technologies for Agriculture”. Nel gergo tecnico di chi si occupa di questo specifico settore, si tratta di una declinazione di ICT4D, dove la D sta per Development e comprende tutte le diverse forme di utilizzo che queste nuove tecnologie possono assumere per far fronte a diversi problemi presenti nella società, dalla salute alla democrazia.

La parola “Agritools” suggerisce un’interpretazione della tecnologia come uno strumento agricolo, un possibile alleato per chi si trova a trarre dalla terra i mezzi di sostentamento, spesso in condizioni ostili. Ma Agritools rappresenta anche i nuovi strumenti del contadino, quelli che coniugano le modalità di lavoro tradizionali agli strumenti innovativi che, grazie al web e all’informatica, riescono a rafforzare i primi e produrre risultati positivi. È così che il simbolo del logo rappresenta l’innaffiatoio e la connessione wireless, elementi indivisibili di questo viaggio esplorativo.

Il progetto si propone di comprendere i limiti e le potenzialità di questo scenario, attraverso la creazione di uno strumento di pubblicazione di contenuti relativi a questo settore. La piattaforma digitale di Agritools è una mappa interattiva, contenitore che raccoglierà le storie e le testimonianze incontrate lungo il cammino, così come le interviste agli esperti del settore condotte in diverse organizzazioni e centri europei e africani. Un punto d’osservazione aperto a tutti, che si propone di affrontare con tono divulgativo una questione spesso relegata alle università o alla ricerca privata. Un luogo di incontro che vorrebbe parlare dell’“altra Africa”, quella che esiste ma non si vede, l’Africa nascosta, l’Africa delle eccellenze e delle innovazioni, l’Africa di una nuova generazione di giovani leaders.

QCodeMag sarà il partner per condividere riflessioni e suggestioni, nella consapevolezza di camminare a occhi chiusi su terreni che giorno dopo giorno vanno cambiando forma.

D’altra parte, come sostiene lo storico statunitense Melvin Kranzberg, “la tecnologia non è buona né cattiva, e non è nemmeno neutra”. Le sue modalità di utilizzo possono essere svariate e aperte ai vari ambiti dello sviluppo, ma è importante ricordare che una volta avviato, il processo è irreversibile. L’avvento dell’epoca digitale, rompendo la sfera del “locale”, inserisce una breccia insanabile con un lungo passato dominato dalle leggi tradizionali, e proietta quella che con facile enfasi viene definita una “nuova era”.

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Quotidianità urbana a Dakar, dominata dagli onnipresenti cartelloni che pubblicizzano connessioni 4G

L’Africa rappresenta un modello di avanguardia nella sperimentazione delle ICTs nel settore primario e forse non è sbagliato pensare che proprio la necessità impellente di risolvere problematiche croniche costituisca una spinta determinante capace di generare risultati effettivi sul lungo termine. Giorno dopo giorno, Paese dopo Paese, cercheremo di capirne di più e di condividere ogni passo con i lettori.

Agritools è un progetto finanziato dall’European Journalism Center, con il supporto della Bill & Melinda Gates Foundation.



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