#70Liberazione: il fumetto

Un fumetto racconta la storia di un ufficiale tedesco passato alla resistenza

di Andrea Cardoni

Un esercizio partigiano e di resistenza, quello che fanno tutti i giorni i sarzanesi che incrociano la stele di marmo dove si legge l’epigrafe: “Illuminato dalla Dea Giustizia – riscattato dalla soggezione al bestiale furore teutonico – non defezione – ma eroica rivolta – portò il capitano della Marina Germanica – Rudolf Jacobs – primo nelle file dei partigiani sarzanesi – ad immolarsi per l’Italia – per la Libertà – Patria Ideale – Il 3 novembre 1944 – La civica Amministrazione – questo marmo vuole – nel luogo del sacrificio“. Anche la città di Parma gli ha dedicato una strada. Ma Sarzana è una delle città che hanno fatto la resistenza nel loro DNA, tanto che Mussolini la chiamava “La Perduta”. Oggi davanti alla stele dedicata a Rudolf Jacobs, di fronte ai portici, ci si parcheggiano le macchine.

Un esercizio partigiano quello che ha spinto qualche anno fa gli studenti del Liceo Parentuncelli di Sarzana insieme ad Anpi per raccontare la storia di Rudolf Jacobs in un fumetto di 48 tavole. Un ricordo indelebile s’intitola e racconta la storia della resistenza di questo ufficiale tedesco che era passato alla resistenza.

Era nato a Brema Rudolf Jacobs, paradossalmente proprio il 26 aprile, il giorno dopo di quella data che in Italia sarebbe significata la liberazione e la cacciata dei nazisti. Discendente di una famiglia di architetti di Brema, diventa ingegnere navale, entra nella “Kriegsmarine”, ovvero della Marina da guerra germanica dove diventa Capitano. Nel 1943 venne inviato alla base di Spezia, ed assegnato alla sede di Lerici. Poi si unì alla Brigata Garibaldi “Muccini”: da quel momento in Germania venne registrato come “disperso”.

La storia che raccontano i ragazzi del Parentuncelli sono le ore e i giorni in cui Jacobs entra a far parte della brigata Garibaldi Muccini con il nome “Primo” e prepara l’attacco nell’atrio dell’edificio di piazza San Giorgio che era già stato sede del tribunale della città e che dopo la guerra sarebbe stato invece per molti anni il ristorante albergo “La Laurina”. Requisito dalle brigate nere, nel 1943-1944 era diventato la sede del loro comando locale.

Primo organizzò con la brigata “Muccini” un’azione di attacco per la sera dell’inizio di novembre 1944, prevedendo il coinvolgimento delle SAP di Sarzana. La pattuglia comandata da Primo, comprendeva il suo attendente Paul, un russo, due jugoslavi e cinque italiani. L’attacco doveva essere portato all’ora del rancio serale, unico momento nel quale la guarnigione si riuniva per intero al piano terra del futuro ristorante, ed era quindi più vulnerabile. Jacobs parlando in tedesco si fece aprire il portone da un giovane ufficiale delle brigate nere, che venne subito ucciso. Poi però la reazione dei fascisti e la pistola di Primo inceppata, lo fecero cadere dai colpi sparatigli addosso.

I ragazzi del Liceo Parentuncelli non sono stati gli unici a raccontare la storia di Jacobs: nel 2006, L’Unità ha pubblicato il romanzo di Luigi Monardo Faccini, L’uomo che nacque morendo, liberamente ispirato alla vicenda di Rudolf Jacobs. Nel 1985 la RAI girò un documentario, Tradimento. Nel 1990 la città natale, Brema, gli dedicherà una mostra. Il regista Luigi Faccini lo raccontò in un libro (2005) e un docufilm (2011) intitolati L’uomo che nacque morendo.

PS. Questa storia me l’ha regalata Fabrizio, nel giorno che la sua associazione, la pubblica assistenza Misericordia e Olmo di Sarzana, ha compiuto 140 anni e anche lui, a suo modo, sulle ambulanze come volontario, è un partigiano.

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