Dalle belle città date al nemico

Sante Notarnicola ripercorre i sentieri di Montesole in un documentario di Bernardo Iovene

di Francesca Rolandi

Il primo verso della canzone partigiana “Siamo i ribelli della montagna” è anche il titolo di un documentario di Bernardo Iovene sulla memoria della strage di Marzabotto. A fare da caronte è Sante Notarnicola, uno scrittore formatosi tra le mura del carcere, dove scontava un ergastolo a cui era stato condannato come uno degli esponenti della banda Cavallero, nota per le sue “rapine rivoluzionarie”.

La strage di Montesole, conosciuta anche come strage di Marzabotto dal suo comune più grande, fu uno dei peggiori eccidi della seconda guerra mondiale commessi dalle truppe nazi-fasciste in territorio italiano tra il 29 settembre e il 5 ottobre.

Si inseriva in uno scontro militare per il controllo di una posizione strategica che vide una furia distruttrice scatenarsi sulla popolazione civile del villaggio, che in pochi giorni lascio sul campo un numero tuttora imprecisato di civili (che potrebbe raggiungere il migliaio di persone tra cui 216 bambini).

Il documentario alterna la narrazione attraverso le testimonianze, tuttora sconcertanti, di coloro che si salvarono nascondendosi e assistendo al massacro della propria famiglia, e dei partigiani della Brigata Stella Rossa.

Oltre che per il contenuto, il documentario è anche una testimonianza dell’atmosfera nella quale è stato girato. Correva l’anno 1995 e sullo sfondo traspare il dibattito successivo alla vittoria del governo Berlusconi e all’avanzata dell’offensiva mediatica del revisionismo storico che voleva ribaltare la narrazione storica, equiparando memoria partigiana e repubblichina.

Come conclude amaramente uno dei partigiani intervistati: “A cinquant’anni di distanza ci vediamo i fascisti al governo, è una cosa che non va giù”. Era il 1995, ancora molto era da venire.

E’ possibile vedere il documentario sul sito di Distribuzioni dal Basso.