Un uomo pericoloso

di Raffaele Masto, tratto da Buongiorno Africa

Il presidente del Gambia, Yahya Jammeh espelle dal paese l’incaricato d’affari dell’Unione Europea. Pochi giorni fa Bruxelles ha sollecitato il Gambia ad abolire la pena di morte e a riaprire i media chiusi

L’ultima provocazione del presidente del Gambia Yahya Jammeh che ha espulso dal paese, da un momento all’altro Agnes Guillard, incaricato d’affari dell’Unione Europea. L’ultimatum è arrivato, senza alcuna spiegazione, dal governo del paese africano, da tempo aspramente e giustamente criticato da Bruxelles per il mancato rispetto dei diritti umani.

Il Paese, guidato dal presidente Yahya Jammeh che ne ha preso le redini con un colpo di stato nel 1994, ha dato ad Agnes Guillard, delegato europeo di nazionalità francese, 72 ore per lasciare il Gambia.

L’Europa è uno dei principali partner economici del paese dell’Africa occidentale. Nonostante questo pero’ Jammeh ha spesso attaccato Bruxelles soprattutto per presunti aiuti economici dati, secondo lui, per proteggere i diritti degli omosessuali. Proprio qualche mese fa il presidente aveva fatto delle dichiarazioni piuttosto forti a proposito, minacciando di tagliare la gola ai gay del Paese. Nel dicembre 2012 l’Ue aveva anche sollecitato il Gambia ad abolire la pena di morte, a riaprire i media chiusi per aver criticato il potere e autorizzare, senza ottenere nulla, i diplomatici ad accedere alle prigioni nel Paese che sarebbero piene di oppositori, o anche solo di critici del suo regime, o addirittura di sospettati di esserlo.

Di fatto Yahya Jammeh è un uomo pericoloso. A capo di un piccolissimo paese incuneato nel Senegal che non ha praticamente una economia, se si esclude un po’ di agricoltura, il Gambia è diventato, secondo molti analisti, una sorta di stazione africana del narcotraffico come alcuni dei paesi della regione.

Yahya Jammeh governa con pugno di ferro, come un dittatore africano degli anni settanta. La durezza della posizione europea è più che giustificata, anzi si dovrebbe addirittura colpire con sanzioni il commercio e gli affari dell’entourage del presidente.

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