Croazia: cause e conseguenze

Il controverso rapporto tra la memoria storica croata e la strumentalizzazione del presente

di Igor Premužić , tratto da H Alter

traduzione a cura di Francesca Rolandi

C’è stato un incidente allo stadio Poljud a Spalato durante la partita di calcio della Croazia con l’Italia. Sul prato dello stadio è stata disegnata una croce uncinata che tutto il mondo ha visto in diretta.

Il motivo per cui lo stadio era vuoto era stato il grido del criminale saluto ustascia “pronti per la patria” nella precedente partita della nazionale croata. Così si è arrivati alla bizzarra situazione per cui una nazionale viene punita, il che avverrà di sicuro, per gli eccessi dei suoi tifosi in uno stadio vuoto.

L’opinione pubblica è inorridita, tutti i media sono strapieni di analisi varie, retrospettive e testi sul tema degli “hooligan”, sull’HNS (Lega calcistica croata), si cercano i responsabili, i colpevoli, chi ha fatto cosa prima e durante la partita. I giornalisti sportivi, a me decisamente non cari, fanno domande imbecilli con le quali suggeriscono una “soluzione”, secondo loro le dimissioni dei vertici della Lega calcistica croata, perché i tifosi ne sono insoddisfatti.

Ovviamente tutti – o quasi – si occupano delle conseguenze, e non delle cause del problema. Lo stadio che è stato costruito per i Giochi del Mediterraneo nel 1979 è l’orgoglio di Spalato, uno degli stadi più belli, lontano 30 minuti a piedi da una delle altre “attrazioni” della città di Spalato – il monumento al criminale di guerra ustascia Rafael Boban. Il monumento è stato innalzato con la scusa di commemorare con la “pietà” i combattenti caduti del battaglione delle Forze Armate Croate dalla denominazione indicativa “cavalier Rafael Boban”.

Perché la perversione fosse completa, il monumento è stato innalzato il 9 maggio 2014 nel Giorno della vittoria sul fascismo. Quel monumento non è null’altro che una glorificazione di un criminale di guerra ustascia, travestito da vittima, il che è una grande vergogna – non solo per Spalato ma per la Croazia e l’Europa. Quel monumento è stato innalzato dal sindaco di Spalato Ivo Baldasar, un alto membro dell’SDP al governo e intimo di Zoran Milanović [attuale premier].

Per capirci meglio – il movimento ustascia fu criminale e terrorista, uccise centinaia di migliaia di persone solo perché erano serbi, comunisti, ebrei, rom o semplicemente non andavano bene. Quel movimento criminale nella sola Jasenovac uccise 20.101 (ventimilacentouno) bambini minori di 14 anni . Questi sono i dati ufficiale della Repubblica di Croazia e dell’Ente pubblico per il sito memoriale di Jasenovac.

È logico che Spalato abbia disegnato una croce uncinata sul prato di Poljud, perché il messaggio che ciò fosse normale lo hanno mandato il sindaco Ivo Baldasar e Zoran Milanović che non ha espresso mai una condanna di questo gesto ustascia, e tanto meno gli è passato per la mente di espellere dal SDP un sindaco che costruisce monumenti a criminali di guerra ustascia. Il pennello con il quale è stata disegnata la croce uncinata lo hanno tenuto in molti.

Ivo Baldasar e Zoran Milanović, ma anche l’ammiratore di Ante Pavelić – Darko Šuker, come anche dalla Lega calcistica croata controllata dall’HDZ. Quella stessa lega che non ha mai preso le distanza dal criminale saluto ustascia “pronti per la patria” nemmeno quando era perfettamente chiaro che fosse il momento di farlo. Joe Šimunić dopo la fine della partita della nazionale croata allo stadio Maksimir con il pubblico ha gridato “pronti per la patria” e molti sono rimasti basiti.

La storia disorientante di Joe Šimunić sull’aria dell’opera che ha reso popolare con i tifosi croati è entrata negli annali della satira e della stupidità moderna croata. Quando ha urlato “ per la patria”, e il pubblico ha risposto frenetico “pronti” Šimunić è stato “punito”.

Le virgolette ci sono perché è stato condannato secondo la legge sulle infrazioni dell’ordine pubblico, in modo da dare l’impressione che la Croazia e la sua giustizia avevano fatto la loro parte. È davvero così? Purtroppo, come al solito quando si tratta della nostra giustizia, no.

Nel codice penale croato l’incitamento all’odio, la negazione del genocidio e simili viene descritto come reato PENALE ed è chiaramente definito. Quello che ha fatto Joe Šimunić avrebbe dovuto essere punito secondo le prescrizioni della Repubblica di Croazia, il che secondo il Codice penale articolo 325 comma 1-4 sarebbe senza dubbio almeno 6 mesi di carcere.

A punire Joe Šimunić ci ha pensato l’organizzazione calcistica mondiale che con una punizione lo ha espulso dal mondo del calcio e Joe disonorato si è ritirato dal calcio attivo. La UEFA, a differenza dell’autistica giustizia croata, sapeva bene cosa fosse il criminale saluto ustascia e in che contesto fosse stato usato in passato.

Un messaggio si può mandare con il fare o con il non fare, con le parole o con il silenzio. Questi due fatti sono solo l’atto finale dell’idea che in Croazia si può e si deve disegnare la croce uncinata – dovunque. Nel nostro paese ad ogni angolo ci sono simboli nazisti e ustascia, ce ne sono migliaia disegnati nelle nostre città. La Croazia ha flirtato pubblicamente e apertamente con il regime ustascia e il nazifascismo dalla stessa indipendenza.

La Croazia è un paese in cui più di 3000 monumenti antifascisti sono stati distrutti e danneggiati e il più grande movimento antifascista al mondo viene demonizzato e ricoperto di fango ogni giorno. La Croazia è un paese in cui la chiesa cattolica prende apertamente le parti dei criminali ustascia e si impegna per lavare dal sangue la sua mano che si è macchiata di sangue durante la seconda guerra mondiale.

Ascoltiamo ogni anno la maggiore autorità della chiesa in Croazia parlare sul campo di Bleiburg nella commemorazione agli ustascia, ai cetnici e ai domobrani – ma a Jasenovac Bozanić non c’è mai stato. Oggi diverse menti del Capitolo tengono lezioni e negano il genocidio – che come ricordo è reato in Croazia – e proprio nel giorno in cui la croce uncinata è stata disegnata a Spalato, la chiesa teneva una lezione non lontano da Poljud in cui Jasenovac – un campo di concentramento in cui furono uccise più di 80mila persone – veniva proclamata sanatorio e campo di lavoro nel quale lo sport e lo svago, e l’elevazione culturale erano quotidiani.

Non bisogna menzionare il fatto che la chiesa ogni 10 aprile (giorno in cui fu fondato il cosiddetto “Stato nazionale croato”) a Spalato – che apertamente celebra la fondazione dello stato quisling con il IX battaglione ustascia “cavalier Rafael Boban” – partecipa a quella “cerimonia”, e i suoi “sacerdoti” proprio come Šimunić fanno il saluto criminale ustascia “per la patria”, e le camicie nere rispondono “pronti”. In quell’occasione si uniscono le autorità cittadine, e non c’è polizia lì vicino, nemmeno un poliziotto.

Per questo oggi è abbastanza ridicolo guardare tutti i protagonisti del disegno della croce uncinata a Poljud. La chiesa, l’SDP al potere come l’HDZ all’opposizione e metà di questa società hanno tenuto insieme il pennello con cui è stata disegnata quella vergogna, ma che è anche un ritratto obbiettivo di quello che oggi abbiamo in Croazia.

Quella croce uncinata è il simbolo di una casta politica che si disinteressa, di una società autistica, di una “élite intellettuale” passiva e di un’opinione pubblica – onore alle eccezioni che si riconoscono – che regolarmente deforma la nostra realtà. Ogni giorno siamo testimoni dell’odierno fascismo in Croazia, ma sono in pochi a riconoscerlo.

È fascismo quando la gente fruga nei cestini, quando ai bambini viene imposto il catechismo fin dall’asilo nido, quando bambini affamati vanno a scuola. È fascismo quando la gente nel XXI secolo vive nel buio senza elettricità, quando affamati, cercano le bottiglie di plastica gettate vie per potersi comprare un pezzo di pane. Da questo la gente rifugge ed è appena iniziato – e quella croce uncinata è solo un simbolo che in prima serata ci ha mostrato chiaramente dove viviamo. Non vi diranno mai apertamente come si è arrivati a questo, soprattutto chi quella croce uncinata l’ha disegnata.