Milano. In uno plures.

Raccontare Milano attraversando il quartiere Turchino

di Laura Massaroli

La bellezza la restituisce la vita. E tu, Milano, quanto sei viva!

Impersonificata, sei come una donna ricca di contraddizioni, molteplice e profonda. Troppo profonda. Un abisso marino inaccessibile, dove la vista dei pesci colorati te la devi conquistare.

Incoerente, contieni tutto.

Businessman valigetta alla mano che corrono trafilati verso la metro. Passo svelto, sguardo perso, o forse già al telefono, danno direttive sul giorno che avanza pallido. Il loro incedere forte e sicuro rispecchia solo una delle tue anime. Quell’anima elegante, fatta di tailleur e completi alla moda, fatta di sguardi certi e sorrisi impavidi, della consapevolezza del potere che restituisce il dio denaro, del vuoto e della privazione della naturalità che la giacca e la cravatta impongo all’uomo di oggi. Altro che seconda natura!

E poi ci sono le periferie, quelle città nella città.

Molto più che quartieri, quelli sono solo i tuoi prolungamenti.

Sei sempre tu, Milano.

Qui non ci sono architetture in quello stile liberty sapientemente illuminate, palazzi che tanto lasciano a bocca aperta l’incredulo passante.

Qui non si erge il Duomo che tronfio rispecchia il tuo centro.

No, Milano.

 

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