Colonna destra estate 2015 / Christian Elia

Guardando il Mediterraneo da alcune finestre possibili

di Christian Elia

Arriva l’estate e il momento di tirare il fiato. Mettersi seduti, godere del tempo lento. Immaginando percorsi nei quali sentirsi innamorati del mondo. Il percorso che vi consiglio, è quello attraverso il mare. Il mare che per alcuni è frontiera, per altri è condivisione. E allora il mio consiglio si affaccia sul Mediterraneo, da alcune finestre possibili.

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Marsiglia. Perdersi nella trilogia di Fabio Montale (Casino Totale, Chourmo, Solea) il poliziotto creato da Jean Claude Izzo, ma anche leggendo Deserto, di Jean-Marie LeClezio. A cavallo tra il deserto e i vicoli della città più meticcia d’Europa.

Algeri. Regalatevi Algeri la Bianca guardando il documentario El Gusto. Lo hanno definito il “Buena vista social club algerino”. Safinez Bousbia è partita alla ricerca dei sopravvissuti dell’età d’oro della musica chaabi, aiutandoli a ritrovarsi e finendo per spingerli a riprendere servizio. E’ la storia di una città e dei suoi artisti dimenticati. El Gusto è un ritorno alle origini di un intero paese, attraverso la cultura cosmopolita che l’ha costruito.

Barcellona. Guida alla Barcellona Ribelle di Martinez Guillem. Cosa c’è sotto alla Barcellona mare e divertimento che tutti conosciamo? Guillem ce lo racconta attraverso le sue storie underground, quelle che si nascondono tra i vicoli dei quartieri meno turistici, quei fermenti di una città popolare e ricca di storia, spesso sottesa alla patinata immagine che ognuno di noi si è fatto di essa.

Tangeri. Ascoltatela con la Tangeri Cafè Orchestra. Ensamble nato nel 2007, per riprendere e aggiornare l’ eredità della leggendaria Orchestra Arabo Andalusa, che già dal nome denunciava la sua natura d’ ibrido fra le due culture che da secoli hanno reso irripetibile quell’ estremo Occidente arabo. Il progetto, Tingitana, fra melodie tradizionali e originali prosegue quell’ antico dialogo.

Bari. Lacapagira è più di un film. E’ un viaggio luciferino e picaresco, nei vicoli di una malavita cialtrona e simpatica. Una città sempre persa tra la Milano del Sud e la Tirana del Nord.

Trieste. Il libro di Dasa Drnic, Trieste, appunto. Leggetelo per cogliere il confine, che si fa distanza, per le idee ma non per gli uomini. Il fascismo, la persecuzione degli ebrei. Una città che sacrifica un pezzo della sua anima sull’altare dell’odio del potere. Finendo per perdere se stessa.

Genova. La puoi attraversare cantando. Un libro, Genova per noi, Zena cantautrice da Luigi Tenco a Roberto Ballerini, di Cinzia Comandè e Roberta Bellantuono, è una guida sociologica e narrativa alla scoperta delle radici di una città che è stata la capitale della canzone d’autore italiana.

Palermo. Gustatela con uno spettacolo dei maestri ‘pupari’ Cuticchio, perché una tradizione antica è, oggi come anticamente, un modo pungente di raccontare la storia e noi stessi.

Salonicco. Leggendo Salonicco, città di fantasmi. Cristiani, ebrei e musulmani hanno convissuto per secoli nella città greca. Fino al 1943, quando tutti gli ebrei della città vennero deportati, soprattutto ad Auschwitz. Per la prima volta dal 1430, quando il sultano Murad II varcò le sue porte, la città era ritornata completamente greca. Il libro di Mark Mazower ha ridato vita a un mondo ormai svanito per sempre, tra briganti, puttane, mercanti e predicatori. Ci guida nei bordelli e nelle taverne, nei bagni turchi, nei palazzi e nei giardini della città ottomana. Prima dei nazionalismi.

Istanbul. Guardanbdo Crossing the bridge, di Fatih Akin, pluripremiato documentario sulla scena musicale di Istanbul. Un linguaggio, la musica, capace di raccontare una complessità impossibile da spiegare altrimenti.

Durazzo. Guardando Anija, di Roland Sejiko, che racconta l’arrivo della nave Valona a Bari, nel 1991, madre di tutte le immigrazioni in Italia, paese che si sveglio meta di arrivo, dopo una vita come porto di partenza.
Come ha scritto Giorgio Agamben in Homo sacer, lo Stadio della Vittoria diviene paradigma dello stato d’eccezione, vero e proprio “campo” di internamento temporaneo. Per certi versi, costituisce il primo esempio, improvvisato e provvisorio, di centro di permanenza per migranti: da allora cambia la percezione di chi viene dall’altra parte dell’Adriatico, e cambiano le nostre politiche “di contenimento” dei flussi migratori. E leggendo Il naufragio, di Alessandro Leogrande, sullo speronamento della Kader i rades, da parte di un’unità della marina militare italiana, nel 1997, quando perdemmo la presunta innocenza.