Borderline

Un nuovo blog, per ragionare e condividere percorsi di giornalismo narrativo

di Christian Elia

La sensazione è quella di star seduti su un’altalena, o a prua di una barca. L’orizzonte oscilla, si avvicina e si allontana. Inafferrabile. Si guarda al futuro del giornalismo, con mezzi sempre più scarsi, ascoltando il guru di turno.
E’ finito, macché, è vivo come non mai.

Quello che resta solido, come l’albero di una barca in mezzo ai marosi, è che raccontare una storia e conoscere una storia resta una necessità, come respirare, mangiare. Quasi un movimento pavloviano. Questo blog sarà dedicato a questo movimento che, per sua ambizione e fine, dovrà essere obliquo.

Perché le narrazioni sono oblique per natura, perché chi racconta dovrebbe sempre coltivare dubbi più che spacciare certezze. Q Code Mag nasce con questa ambizione e nasce scegliendo la lingua della contaminazione, del confine da saltare, dei paletti da abbattere. Giornalismo multimediale e narrativo, si dice.

Anche se pure le definizioni, poi, tentano di farsi confine. E allora perché non transmediale, longform, digital, fino ai sentieri scoscesi dello storytelling. L’orizzonte si allontana, e la frontiera è solo nella testa di chi le permette di essere fermato. Ecco che quel che si troverà in questa linea di confine che dà il nome al blog ha delle caratteristiche.

La segnalazione di un racconto approfondito. Lento. Contaminato. Un racconto che informa, che racconta, non panna montata. Mondi, personaggi, temi. Saranno libri, nuovi o grandi classici, saranno iniziative editoriali o eventi, saranno autori o prodotti editoriali del ‘quinto tipo’, come li definisce il nome di una collana della casa editrice Alegre diretta da WuMing1.

Il grande Gianni Mura sostiene che non esiste il giornalismo narrativo, ma solo il buon giornalismo. E per la sua generazione è sicuramente vero. Ma noi siam quelli sulla barca, siam quelli sull’altalena. Ed ecco che ci si prova a orientarsi, e il giornalismo narrativo diventa un approdo, tra i tanti possibili, nel network globale del racconto e dell’informazione.

Di questo parleremo, senza alcuna pretesa di esaustività. Chi scrive finirà per scegliere, raccontando quel che piace e quel che – umanamente – è stato possibile raggiungere in una sola vita. Spero che si attivi un circuito positivo, che regali segnalazioni e un confronto costante, fosse anche serrato.

Per ora prendete quel che di buono ci può essere in un blog che si muove nelle narrazioni ibride, contaminate, di difficile classificazione. Storie raccontate perché vissute fino in fondo, narrazioni che mettono in gioco anche il narratore, spiazzamenti. Perché solo perdendosi, a volte, si conoscono luoghi affascinanti.