L’uragano Morales in Guatemala

Eletto presidente al ballottaggio con il 70% dei voti contro solo il 30% della sua avversaria, l’ex first lady Sandra Torres

di Chiara Trozzo

Questo risultato così netto è il frutto del recente scandalo che ha portato alle dimissioni del governo di Otto Pérez Molina. L’ex presidente è stato accusato di corruzione e frode per aver ideato un sistema ai danni del servizio doganale. A fargli compagnia diversi esponenti del suo staff, tra i quali anche la vice-presidentessa Roxana Baldetti.

L’arresto e le dimissioni non sono tardate ad arrivare, a tre giorni dalla prima tornata elettorale, grazie soprattutto ad un vero e proprio movimento di protesta nato dal basso che per settimane ha invaso le strade della zona 1, il centro storico di Città del Guatemala. Al primo turno l’attuale presidente ha sconfitto il candidato favorito, l’uomo d’affari Manuel Baldizón. Ed é solo l’inizio di una strada tutta in discesa.

Questa vittoria e’ senza dubbio un chiaro segnale della disaffezione alla politica tradizionale, che ha determinato un tasso di astensionismo del 46%, ma il nuovo presidente guatemalteco ha saputo cavalcare l’onda del malcontento popolare ed ha giocato bene le sue carte, come testimonia il suo slogan “Ni corrupto ni ladrón” (Ne’ corrotto, ne’ ladro).

Ha puntato tutto sull’essere un outsider, estraneo ai giochi della politica ed ha vinto. Ebbene si, perche’ Jimmy Morales, proveniente da una familia umile, e’ da sempre conosciuto in Guatemala come comico per i suoi molteplici programmi e film di satira sulla politica di palazzo, tra i quali “Un presidente a sombreros”, che oggi sembra quasi una profezia.

Le somiglianze con personaggi e formule politiche a noi più vicine sono fin troppe e quanto è successo domenica è la prova che certi modelli purtroppo funzionano anche oltreoceano, con tempistiche e logiche differenti. Neanche in questo caso il leader del partito nazionalista Frente de Convergencia Nacional, nato nel 2008 da ex militari, alcuni dei quali protagonisti della sanguinosa guerra civile guatemalteca che ha causato migliaia di morti, ha un programma ben preciso, ma poche proposte alquanto sconclusionate.

In un paese dove il tasso di malnutrizione infantile al di sotto dei 5 anni é quasi al 50% e dove il 60% della popolazione vive in condizioni di povertà estrema, il nuovo presidente propone di distribuire Iphone ai bambini. Forse anche lui é stato tratto in inganno dalla mela.

La ciliegina sulla torta é la proposta per sanare un sistema educativo iniquo e di difficile accesso: monitorare la presenza degli insegnanti in classe mediante dei dispositivi gps. Neanche in politica estera é riuscito a salvarsi, in quanto in relazione alla questione Belize (con cui da sempre il Guatemala ha dispute territoriali pendenti) ha affermato: “Una delle cose più deplorevoli per il Guatemala è perdere il Belize”.

Difficile dire come andrà a finire nei prossimi anni, anche perché una delle sfide imminenti di Morales é riuscire a governare con soli 11 seggi in parlamento. Durante la campagna elettorale una delle sue frasi più celebri é stata: “Vi ho fatto ridere come comico, non vi farò piangere da presidente”. Una frase difficile da condividere, con il forte timore che purtroppo il popolo guatemalteco continuerà a piangere finché una nuova classe politica giovane e innovatrice non riuscirà a prendere le redini del paese.