P. P. P.

Q Code Mag per Pier Paolo Pasolini. Oggi la nostra pagina è un omaggio nel giorno dei 40 anni dal suo omicidio.

di Angelo Miotto

Nella Homepage di oggi abbiamo scelto, grazie a una felice intuizione di Alessandro Di Rienzo che abbiamo condiviso, chi scrive e Christian Elia , di dedicare tutta la sezione di attualità ad articoli su Pier Paolo Pasolini.

Sono sei articoli, riflessioni, interviste, interventi. In realtà sette, con la Matita di Enrico Natoli che ritrae il viso scarno e squadrato, con quegli occhiali neri impenetrabili. Eccola.

natolipasolini

 

Gli autori di questo speciale: Marta Clinco, Carmine Piscopo, Giuseppe Ferraro, Leopoldo Santovincenzo, Enrico Natoli, appunto ed Enrico Sibilla, con un articolo che uscì il due novembre del 2013 e che rimane oggi valido in ogni sua parola. Oltre a questo Kratos, che ragiona su un rapporto di forza, quello fra intellettuale e mass media, più specificatamente di quanto sosteneva Pasolini sull’appiattimento televisivo.

L’altra sera son cascato sull’intervista in Rai, quella di Enzo Biagi a PPP attorniato da amici e conoscenti. Pasolini dice con molta chiarezza che la televisione è un danno, perché di massa e quindi capace di livellare e di impedire, sostanzialmente, la percezione e comprensione di un pensiero complesso. Come la realtà, che è complessa e non ci sta in un format qualsiasi.

Riguardiamola questa sequenza.

La suggestione che è emersa prepotente , mentre da quell’intervista iniziava una peregrinazione entusiasta sui video correlati – uno ve lo metto alla fine, ed è il filmato sulla ‘normalità’ dove PPP intervista Ungaretti -, è la bellezza di un intellettuale che in televisione dice chiaro e tondo che è un intellettuale e che il suo pensiero non può essere compreso da una parte del pubblico. Senza arroganza e senza spocchia, ma in maniera assolutamente normale. C’è anche in uno scritto apparso sul Corsera, in cui ragiona sul livellamento del mass medium televisivo.

La complessità del pensiero oggi non solo non va in televisione, ma è qualcosa che la massa indica come un handicap o motivo di scherno, mentre la grettezza coatta che è stata rifocillata da tre decadi televisione spazzatura e nonpolitiche conseguenti si pone come un motivo di vanto e orgoglio. Orgogliosi di non sapere, di non avere gli strumenti per capire, per intelligere. Lungi da me pensare che tutto sia alla portata di tutti, in realtà tutto deve essere a portata dal punto di vista politico, che cioè deve garantire accessibilità e sprone, ma non è realistico immaginare o desiderare una società di intellettuali. La mia Maestra di piano ripeteva sempre della musica che ‘Non è per tutti’ e io non capivo. Poi ho capito, qualche anno dopo, cosa intendesse dire.

Buona lettura e grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questo speciale QCM X PPP.