Burundi: ancora violenze

“Non ci sarà in Burundi nè guerra nè genocidio”: sono le parole rassicuranti del consigliere per la comunicazione del presidente Pierre Nkurunziza alla vigilia della scadenza dell’ultimatum lanciato ai suoi oppositori.

di Raffaele Masto,
www.buongiornoafrica.it

“E’ in atto una manipolazione della comunità internazionale – ha detto il consigliere – finita nelle maglie di un’opposizione che ha sempre evocato la parola genocidio e che ha divulgato un’immagine errata di alcuni responsabili del Burundi”.

Parole, appunto perché il Burundi è tutt’altro che pacificato e il rischio di una guerra civile generalizzata rischia veramente di diventare realtà. Prosegue infatti l’ondata di violenza. Domenica uomini armati hanno ucciso almeno sette persone in un attacco a un bar a Bujumbura. Le vittime sono state fatte rientrare nel locale e freddate a colpi d’arma da fuoco.

Nella capitale Bujumbura in migliaia hanno abbandonato le loro case dopo le operazioni di polizia ed esercito che hanno provocato decine di morti negli ultimi giorni. Tra questi anche il figlio di un celebre difensore dei diritti umani Welli Nzitonda, figlio di Pierre Claver Mbonimba, figura chiave nel Paese, che è stato ritrovato senza vita.

Sono arrivati accorati appelli dalla comunità internazionale. Il segretario dell’Onu Ban Ki-Moon ha chiesto senza mezzi termini che le violenze nel paesi cessino immediatamente. Ci sarà un Consiglio straordinario di sicurezza dell’Onu su richiesta della Francia, per cercare di trovare soluzioni all’escalation di violenza nel Paese.

Anche gli Stati Uniti hanno accusato il governo del Burundi di incitare alla violenza nel Paese. L’inviato speciale americano per la regione dei Grandi Laghi, ha condannato il clima instaurato dal governo. Intanto la Corte penale internazionale, Cpi, si e’ detta pronta a perseguire gli autori dei crimini di guerra e degli atti di genocidio nel Paese africano. Da quando Nkurunziza si è candidato alle elezioni e le ha (naturalmente) vinte ci sono stati oltre duecento morti.