VISIONI DELLA CITTÀ NASCOSTA, IN UN TENTATIVO DI CONFRONTO TRA TEATRO E GIORNALISMO
di Angelo Miotto e Christian Elia
Il senso che abbiamo dato a Q Code Mag, ormai, lo conoscete. Crediamo che il mondo del giornalismo abbia bisogno di ritrovare il suo senso. Far quadrare i bilanci è diventato più importante dell’informare i cittadini. Conquistare un click, conta di più dell’interesse civile di un fatto. Pubblicare prima degli altri, è più importante di verificare la notizia.
Noi andiamo in direzione opposta, lavoando gratuitamente, sostenuti da una comunità di lettori e di autori sempre più grande. E sperimentando. Mettendoci in discussione. Perché le sfide sono nel nostro spirito fondativo, il confronto nella nostra visione.
Questo ci porta a fare incontri, stimolanti. Quello con Gigi Gherzi e con tutta la banda del TEATRO DEGLI INCONTRI è uno di questi. L’anno scorso, come quest’anno. Vi aspettiamo il 19 DICEMBRE PROSSIMO, dalle 18, alla Fabbrica del Vapore. Tutti assieme. E pubblicheremo le lettere che i cittadini scrivono ai giornalisti, o ai loro stereotipi, rispondendosi a vicenda e interagendo con una rappresentanza della redazione di Q Code sul palco.
Per sperimentare un linguaggio nuovo, per cercare assieme una via d’uscita dal labirinto dove ci siamo perduti.
Barbara Piovella
Lo so, il pubblico vuole sapere, deve sapere. Vuole capire, deve capire. Vuole farsi un’opinione, deve farsi un’opinione. Vuole entrare nella testa dei protagonisti, nelle case distrutte dalla furia assassina, nei meandri di una vita altra da sè. È un pubblico che fa turismo dell’orrore, che è diventato audience di ore ed ore di cronaca (cronaca?!?!) dell’orrore, che arriva a parteggiare ora per la vittima ora per il carnefice.
Io sono il pubblico. Io mi sento di non avere scelta. Io sono diventato così. È diventata una droga, non posso fare a meno di sapere, devo comprendere fino all’ultimo dettaglio, anzi vorrei saperne ancora di più, vorrei vedere anche le foto del cadavere, e osservare bene le ferite inferte. Vorrei farmi un selfie con il carnefice, chissà penserebbero: ‘ma che figo sei! Che coraggio! Beh ma non è poi così cattivo’.
Non so quando tutto è cominciato ma sento che mi sto informando, che sono aggiornato, che posso farmi un’idea dell’accaduto.