Gitanistan

In un documentario “Lo stato immaginario delle famiglie rom salentine”

di Giulia Bondi

Oronzo è un macellaio. Figlio di Giuseppe Rinaldi detto “Seppu lu Zingaru”, negli anni ‘80 gestiva attraverso la ditta di famiglia gran parte del commercio di cavalli in Puglia, sdoganando e vendendo più di 200 cavalli a settimana. Claudio Giagnotti in arte “Cavallo”, nipote di Oronzo, è un musicista e produttore musicale. Figlio di un italiano e di una rom, il suo gruppo musicale Mascarimirì è uno dei più conosciuti nel panorama della musica tradizionale salentina. Ma pochi sanno che Mascarimirì è una parola di origine rom, significa “Oh Madonna mia”. Nel 2010, Cavallo si dedica all’album dal titolo Gitanistan, e inizia un viaggio personale dentro le sue origini, che culmina con la produzione, nel 2014, del documentario omonimo, diretto insieme a Pierluigi De Donno. Due cerchi si incontrano. Due culture, quella dei contadini e quella dei rom, interagiscono fino a creare nuovi nuclei familiari: la famiglie rom-salentine. Ripercorrendo tradizioni salentine come la danza Pizzica Scherma e la storia di un piatto tipico del luogo come i pezzetti di carne di cavallo, il film narra l’incontro tra le comunità contadine salentine e le famiglie rom esperte nella cura e nell’allevamento dei cavalli.

Il film si proietta a Roma domenica 20 dicembre al teatro Vascello in una serata a cura dell’Associazione 21 luglio, seguito da un dibattito che vedrà la presenza di blogger, giornalisti, registi e politici insieme agli autori del documentario.