Sankara: il capitolo mancante

La vicenda dell’assassinio del presidente del Burkina Faso Thomas Sankara si arricchisce di un nuovo tassello,
un mandato di arresto internazionale per il suo successore Blaise Compaoré


di Raffaele Masto,
tratto da Buongiorno Africa

Una Corte militare del Burkina Faso ha emesso un mandato di arresto internazionale contro l’ex presidente Blaise Compaoré per il suo presunto coinvolgimento nella morte dell’ex capo di Stato Thomas Sankara, ucciso nel 1987 durante un colpo di stato che ha portato al potere Compaoré. Stando a notizie diffuse da una fonte vicina alla Corte che ha emesso il mandato l’ex Capo di Stato, spodestato nel 2014 da una rivolta popolare e che ora vive in esilio in Costa D’Avorio, è anche accusato di omicidio e occultamento di cadavere.

La notizia dimostra che la storia si scrive solo nella libertà e nella democrazia.

Per tutti i 27 anni passati dalla morte di Sankara durante i quali è rimasto al potere ininterrottamente Blaise Compaorè non si era nemmeno potuto svolgere una indagine su come nel 1987 si erano svolti i fatti. C’è voluta una rivoluzione, la fuga di Compaorè, due (forse tre) golpe, e finalmente delle elezioni democratiche che hanno interrotto un lungo periodo di transizione.

Di certo il vecchio regime di Compaorè costituiva una sorta di “tappo” che impediva qualunque indagine.

Ma ci sono sicuramente anche molte (e gravi) responsabilità indirette da parte delle potenze europee. Innanzi tutto della Francia, che secondo molti analisti del golpe contro Sankarà e del suo assassinio era il mandante. Ma anche del resto d’Europa che pure con il grave sospetto che da sempre grava su Compaorè lo hanno protetto, invitato a convegni e manifestazioni, e lo hanno eretto a mediatore di molti conflitti regionali.

Thomas Sankara (a sinistra) e Blaise Compaorè in una foto del 1983

Thomas Sankara, a sinistra, e Blaise Compaorè (1983)

La storia ora ha un capitolo in più, un capitolo importante. Il capitano Thomas Sankara, salito al potere in un colpo di stato nel 1983, è stato ucciso il 15 Ottobre 1987 con altri 12 funzionari in un golpe che ha portato al potere Blaise Compaore.

I corpi sono stati riesumati a fine maggio per svelare il mistero che circonda le circostanze della morte del “padre della rivoluzione” burkinabe. I risultati dell’autopsia consegnati a metà ottobre 2015 indicano che i resti del presidente Sankara erano “crivellati di colpi”. L’inchiesta sulla morte di Sankara è stata avviata alla fine di marzo 2015.

La morte di Sankara era un tabù in epoca Compaoré. Almeno una mezza dozzina di persone per lo più ex soldati del reggimento presidenziale di sicurezza, la vecchia guardia pretoriana di Compaoré, sono stati accusati di “assassinio” e “occultamento di cadavere”. Il generale Diendéré Gilbert, ex braccio destro Compaoré e autore del fallito colpo di stato nel settembre del 2015, è anche lui tra gli imputati.