#3 – Del Natale dei musicanti

di Juri Bomparola

Sono stato tutti i giorni che precedono la vigilia alla ricerca dello spirito natalizio.

 

È capitato che lo trovassi, ma quando ho provato ad afferrarlo mi è sfuggito dalle mani.
La corsa quotidiana verso l’obbiettivo stabilito fa sudare, e non esiste miglior solvente del sudore per sciogliere le molecole dei buoni sentimenti.
Ho capito con il tempo che lo spirito natalizio non puoi afferrarlo con le mani.
Devi lasciare che sia lui ad afferrarti il cuore.
Senza un’attenta riflessione sembrerebbe un concetto banale, ma non credo lo sia.

Mi viene in mente quel mio maestro di vita che, anni fa, mi disse che l’uccello non vuole pensieri.
Triviale metafora usata per constatare che per fare l’amore non devi avere problemi o, quantomeno, devi essere in grado di non macinarli continuamente nel tino del cervello.

La fermentazione della ragione crea tanti mostri quanti ne genera il suo sonno.

A proposito di fermentazione: se non fosse che di sbronze insieme a quel maestro ne ho già imbastite parecchie, mi sentirei in obbligo di offrirgli da bere.

Realizzo che non è lo spirito natalizio a sfuggirmi: sono io che sfuggo a lui.

Non lo faccio di proposito, succede perché ho altro a cui pensare.

Da musicante sono agli ordini di un calendario differente rispetto a operai, impiegati, ingegneri e alla Regina d’Inghilterra.

Sono uno degli ingranaggi di una macchina che produce musica e divertimento.
Non mi stupisce il fatto che io debba essere ben oliato e pronto all’uso, in qualsiasi momento e situazione. Soprattutto in caso di festività.
Mi stupisco, più che altro, della voglia che ho di godermi uno spirito natalizio da cui sto inconsapevolmente fuggendo.
Uno dopo l’altro, telefono agli altri ingranaggi.

Stanno tutti bene.

Ci scambiamo gli auguri rituali della vigilia, consapevoli che il giorno dopo, proprio il 25 dicembre, ci vedremo per mettere in moto quella macchina che sarà degna conclusione del Natale di parecchie persone.

Sarà la mia impressione ma, nonostante la passione e l’amore che proviamo io e gli altri ingranaggi per la nostra funzione, rilevo una certa malinconia nella voce di tutti.

Natale dei Musicanti 3

Mi pervade la sensazione che, in questo preciso giorno, nessuno abbia voglia di tuffarsi nel gomitolo di strade che ci porterà ad allietare l’altrui serata.

Non è certo il Natale in sé a rappresentare la remora: dubito che tra gli ingranaggi esista una fervente fede, tale da rendere un dogma qualsiasi superiore alla nostra passione.

Credo, piuttosto, che abbiamo tanta stanchezza sulle spalle o forse siamo consapevoli di abbandonare per strada l’unica occasione di vivere profondamente le rispettive famiglie.

Probabilmente abbiamo la sensazione di lasciare quell’occasione lì, come una cosa posata in un angolo e dimenticata.

Mentre in cuor nostro la stiamo rimpiangendo.
La notte passa e i bagordi si intrufolano nella bricòlla.

Io sono il contrabbandiere che passa il confine tra la Vigilia e il Natale, appesantito dalla nottata con parenti e amici.Le guardie di frontiera sono attente e spietate, mi fermano e mi ricordano che a una certa ora, Natale o non Natale, c’è da pagare dazio: devo salutare i commensali e andare a compiere il mio dovere che, per quanto piacevole sia, rimane tale.

“Qui non si sente altro che il caldo buono” penso, davanti al camino acceso, circondato dall’affetto dei miei cari.

Mio padre e mia madre mi parlano amorevolmente, con gli occhi incollati all’orologio.
Ogni cinque minuti mi ricordano tra quanto tempo devo partire.
Perché non devo correre, devo essere prudente.
È meglio se parto cinque minuti prima, ma non devo correre.
Mentre penso lo dico alla guardia: “Sto con le quattro capriole di fumo del focolare”.
La guardia inflessibile fa il suo mestiere, mi guarda dentro e risponde: “No, contrabbandiere, devi andare. Sei uno degli ingranaggi! Senza di te, come gli altri, la macchina non parte”.

Allora vado, mamma. Sono una rockstar.

 

Juri Bomparola Musicista professionista dal 2001, lavora nel mondo delle cover-band e si dedica all’osservazione della gente, perché di persone ne incontra parecchie. Gira l’Italia con un basso tra le mani; suona canta e rappa. Dal 2004 fa parte degli OxxxA, storica cover-band milanese che più di vent’anni or sono ha aperto la strada a chi sognava di fare della musica dal vivo in Italia una professione aperta a tutti.

La rubrica “Mamma sono una rockstar!” La mamma vorrebbe un figlio medico, imprenditore o ingegnere. A volte capita che la mamma non comprenda che un musicista cura se stesso e gli altri con la musica, è imprenditore della propria band ed è pure ingegnere del suono. Lo spieghiamo in questo spazio dedicato a piccoli e grandi musicisti e alle loro mamme. Un viaggio non solo on the road ma anche e soprattutto between the roadsIl musicista suona, ma tra un concerto e l’altro pensa e vive. Ispirato da Ungaretti un bassista racconta i suoi piccoli conflitti quotidiani.