Tunisia: Kasserine in rivolta dopo la morte di un disoccupato

Cinque anni dopo la cacciata di Ben Ali quasi nulla è cambiato nelle povere ed emarginate regioni dell’interno, protagoniste della rivolta tra il 2010 e il 2011. Il suicidio di un giovane disoccupato scatena nuove proteste a Kasserine

di Chiara Battaglia, articolo del 19 gennaio 2016 tratto da LAPRESSE.IT

La Tunisia torna a infiammarsi a pochi giorni dal quinto anniversario della cacciata di Ben Ali. Epicentro delle proteste la città di Kasserine, capoluogo del governatorato omonimo, una delle regioni più povere del Paese.

Qui da giorni centinaia di giovani diplomati e laureati protestano per rivendicare il diritto al lavoro e sabato sera uno di loro, Ridha Yahyaoui, è morto dopo essere salito su un palo della luce durante un sit-in minacciando di suicidarsi: il suo nome era stato eliminato dalla lista di nuovi reclutati per un posto nel settore pubblico, da parte del dipartimento regionale dell’Istruzione.

Oggi centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla sede della regione per rivendicare il diritto al lavoro, sono scoppiati scontri, e il ministero dell’Interno ha dichiarato il coprifuoco in tutto il governatorato di Kasserine dalle 18 alle 5 del mattino.

Le informazioni sui media locali risultano frammentate e confuse, ma pare che due manifestanti abbiano provato a suicidarsi gettandosi dal tetto dell’edificio (poi portati in ospedale) e gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Lanci di pietre e pneumatici bruciati da una parte, lacrimogeni dall’altra. Il governatore di Kasserine ha dichiarato alla radio locale Jawhara FM che il bilancio è di almeno 14 feriti.

Le proteste si sono estese poi dalla zona della sede del governo regionale a diversi altri quartieri di Kasserine, in particolare quelli di Ennour e Ezzouhour, dove i residenti si sono uniti alle rivendicazioni dei senza lavoro chiedendo alle autorità di porre fine alla corruzione nell’amministrazione e di far lavorare i giovani della città. Secondo i media locali, diversi negozi hanno chiuso i battenti e alcune unità dell’esercito sono state dispiegate davanti alla sede del governatorato e a difesa di altre istituzioni pubbliche.

La regione di Kasserine, vicina al confine con l’Algeria, è fra le più povere della Tunisia ed è qui che si trova il Monte Chambi, noto perché vi si nascondono gruppi jihadisti. Nella regione la disoccupazione si attesta al 30% circa, mentre a livello nazionale alla fine del 2015 il tasso dei senza lavoro si attestava al 15,3%, contro il 12% del 2010. In Tunisia i laureati costituiscono circa un terzo dei disoccupati.

Le proteste di Kasserine mettono in evidenza le istanze di uguaglianza sociale rimaste disattese dopo la rivoluzione del 2010-2011 e le diseguaglianze territoriali all’interno della Tunisia, dove le zone interne continuano a restare meno sviluppate rispetto al resto del Paese. Le aree interne furono le prime a sollevarsi contro il regime di Zine El Abidine Ben Ali, già prima della rivolta che portò alla cacciata del dittatore il 14 gennaio del 2011.

E a dare il via alla rivoluzione del 2010-2011 in Tunisia, che portò alla cacciata di Ben Ali, fu proprio il suicidio di un giovane disoccupato, Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco scatenando un’ondata di proteste. Il sacrificio di Bouazizi è considerato l’inizio della cosiddetta Primavera araba.

Sulla morte di Ridha Yahyaoui i media locali non forniscono una versione unanime: alcuni parlano di suicidio, mentre altri – fra cui l’agenzia di stampa ufficiale Tap – parlano di morte accidentale, sostenendo che il giovane sia rimasto folgorato dopo essere salito sul palo della luce minacciando di togliersi la vita. Domenica, a seguito della morte di Ridha Yahyaoui, decine di abitanti avevano manifestato davanti alla prefettura di Kasserine.

Ieri invece – su iniziativa della Union de Diplômés Chômeurs, cioè l’associazione di diplomati e laureati disoccupati, e dell’Union générale des étudiants de Tunisie (Uget), sindacato di studenti alle cui attività aveva partecipato lo stesso Yahyaoui – la protesta si era spostata a Tunisi, dove circa 200 persone avevano manifestato lungo la via principale del centro, avenue de Bourguiba.

Ai fatti di Kasserine il governo nazionale ha provato a dare una prima risposta. Il premier Habib Essid, probabilmente nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, ha rimosso lunedì dall’incarico un alto funzionario del governatorato e ha ordinato un’indagine sull’elaborazione della lista dei disoccupati di Kasserine

Il presidente del Parlamento tunisino dal canto suo, Mohamed Ennaceur, ha annunciato oggi che visiterà la regione insieme a una delegazione composta da sette deputati originari del governatorato di Kasserine, per prendere conoscenza della situazione. Ennaceur ha anche invitato il primo ministro Essid a una plenaria d’emergenza per discutere di una strategia urgente per le assunzioni dei giovani laureati disoccupati.