Just Another Border : Migrants on the rocks in Ventimiglia

Un reportage dagli scogli su cui si sono rifugiati i migranti
che volevano lasciare l’Italia alla volta della Francia

testo e foto di Maurizio Martorana

Nell’estate del 2015 l’Europa si ritrova a fronteggiare uno dei più importanti flussi migratori della sua storia recente. Il numero di richiedenti asilo che entra nel territorio dell’Unione Europea causa divisione ed allarmismo – seppur infondato – contribuendo a svelare la fragilità del disegno europeo.

A Ventimiglia, cittadina dell’imperiese lungo il confine tra l’Italia e la Francia, la presenza dei rifugiati è tollerata ormai da diversi anni. Gli si permette infatti di varcare il confine in treno, a piedi, o con l’aiuto di passeurs. Oltralpe invece, le autorità francesi effettuano controlli e respingimenti la cui maggior parte avviene nella prima stazione presente in territorio francese, Menton Garavan. Verso i primi di giugno però, a causa dell’aumento dei migranti presente in regione, la Francia decide di ripristinare i posti di frontiera ed incrementa i controlli e respingimenti, anche alla stazione ferroviaria di Nice-Ville.

Chiunque sia trovato senza documenti che lo autorizzi a circolare liberamente in territorio francese è fermato e riaccompagnato in territorio italiano.

Questo episodio crea un piccolo caso diplomatico e dall’Italia si levano le voci di chi denuncia la decisione come illegittima perché in conflitto con gli accordi di Schengen. Di lì a poco, dato il crescente numero di respingimenti, i rifugiati iniziano ad ammassarsi alla stazione ferroviaria di Ventimiglia tentando a più riprese di passare il confine, spesso invano. È a questo punto che un gruppo di migranti decide di accamparsi sugli scogli di fronte alla frontiera, a ponte San Ludovico, fino a quando non riusciranno a entrare in territorio francese. È l’inizio di un’esperienza politica e umana che durerà fino alla fine di settembre, quando l’accampamento verrà sgomberato.

Come fotografo ed essere umano ho passato oltre un mese a ponte San Ludovico nel desiderio di documentare e di mostrare uno spaccato della loro lotta nell’inseguire un futuro migliore.