La settimana, in musica, di Q Code Mag

Dal 29 Febbraio al 4 Marzo

a cura di Gabriella Ballarini

Parla come cuci, di Carlotta Dazzi. Foto di Céline Volenterio

Un filo d’Arianna che non fa perdere nel mondo. Cucire e ricucire.
Un Adriano Celentano Rock datato 1968 per tenerci all’erta sui sentieri nascosti e sul mito che ci dice senza dirci.
Alzate il volume!

Una nessuna e centomila di Paola Caridi

Un seme antico
che apre il cielo e la terra…
Poco fuori le mura, appare Musrara
come fosse un’Ersilia, città invisibile
la distanza infinita
di fili tirati, di isole segrete
stella ribelle
tra le sue vie, spiragli di indipendenza
sopravvissuta a chi diceva
“They are not nice”.

Fuori i secondi di Antonio Marafioti

Supertramp, 1985.
No war, no inflation
No more desperation
You’ll see we can show you
Better days, better days
Nessuna guerra, nessuna inflazione
Non più disperazione
Vedrai possiamo mostrarvi
Giorni migliori, giorni migliori

India: la crociata nazionalista del BJP di Maria Tavernini

Scritta nel 1968, l’inno di Aretha Franklin accompagna questa nostra riflessione sulla libertà “…E mentre montano le polemiche, in India e all’estero sul fascismo non più latente dell’attuale governo in carica, quella del BJP ha preso a tutti gli effetti i contorni di una crociata nazionalista contro il dissenso e il libero pensiero.”
Let your mind go let yourself be free…

Honduras: assassinata l’attivista Berta Càceres di Luca Martinelli tratto da Altraeconomia

Todo Cambia. Mercedes Sosa

Per chi ci stava provando a cambiare, per chi stava piantando semi nuovi in terra antica, in terra di Honduras, terra aspra di polvere e caffè, terra immobile.
La canzone, interpretata qui da Mercedes Sosa, fu scritta in piena dittatura di Pinochet in Chile (nel 1982) da Julio Numhauser.
La canzone termina dicendo:
Y lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así como cambio yo
en esta tierra lejana.
E quello che è cambiato ieri, dovrà cambiare domani, così come cambio io, in questa terra lontana.

Zeebrugge, dove il Belgio teme nasca la nuova Calais di Paolo Riva


Gli Iron Maiden in una frase traducono i timori di questa fuga dalle guerre, riassumono quel senso di isolamento che si prova ai confini, nella canzone che potrete ascoltare, ad un certo punto, ci dicono:
Quando percorro una strada buia, io sono un uomo che cammina da solo.
Dedicata a tutti gli uomini e a tutte le donne che camminano da soli.

Matita del 2 Marzo 2016

“La mafia è una montagna di merda”, ma la colonna sonora della prima stagione di Narcos, è meravigliosa.