Il golpe argentino, 40 anni dopo

Il 24 marzo del 1976 il golpe dei militari argentini. Il 1973 aveva già visto cadere il Cile di Pinochet, l’operativo Condor invesrtiva gran parte del Cono Sur con morte, sparizioni, violenze in divisa e manuali e formazione direttamente dalle accademie statunitensi. Esperimenti per laboratori economici e sociali, legami massonici i qua e di là dell’oceano, verità storiche che aspettano dati di archivio che paiono arrivare, con una gioia nell’accogliere questi annunci pari soltanto allo scandalo dell’aver aspettato 40 lunghi anni.

Il presidente statunitense Barack Obama, in quest’ultimo giro di fine mandato che si sta concedendo fra tentativi di abbraccio a Raul Castro – addirittura! – e la visita al neo presidente argentino Mauricio Macri proprio nei giorni del quarantesimo infausto e drammatico anniversario della dittatura argentina ha detto che la declassificazione dei documenti segreti sta per divenire realtà. Ha seppellito la Guerra Fredda nello storico viaggio de L’Avana, ha annunciato a Buenos Aires un gesto deciso sul disvelamento del ‘nero su bianco’ – quello storico è scritto da tempo – del coinvolgimento in quelle decadi di sangue e terrore. L’uso della memoria, però, non si baratta con le soddisfazioni di vedere gesti fino a qualche tempo fa insperati. Aperture politiche non equivalgono ad assoluzioni, né al cancellare quelle che furono precise intenzioni e decisioni, precisi ordini e finanziamenti, formazione e imposizioni applicate da destra ed estrema destra in divisa, a cavallo di più frontiere, con Tribunali Condor e garage della tortura, voli della morte.

Viviamo tempi in cui vengono sollecitati in maniera sconcertante i nostri sensi, la pancia, le emozioni. Insieme al bombardamento mediatico si cerca la continua semplificazione, che porta a giudizi rapidi, superficiali, senza radici che affondino in una vera conoscenza dei fatti, delle opinioni, delle analisi. In questo senso un anniversario, che di per sé sarebbe semplicemente un numero tondo che viene usato come appuntamento per istruire dossier e darsi un’occasione di ricordo, diventa un momento che può avere una sua utilità.

Q Code Mag, grazie alle traduzioni di Silvina Grippaldi che ringraziamo, ha scelto tre articoli nel tanto materiale che circola. Una lettera di Alfredo Perez Esquivel, diretta proprio al presidente Obama, un ragionamento di Guellermo levy dell’Uba di Buenos Aires, con un documento ricco e amplio che troverete annesso, una lista di dieci libri che abbiamo rapito a La Nacion.
Oggi sarà il giorno della presentazione del film restaurato La Historia Oficial, di Luis Puenzo e Aída Bortnik, lo mettiamo come ultimo link, che venne presentata nel decimo anniversario 1986 con premi agli Oscar. Una storia che già allora raccontava del dramma dei figli rubati, dei desaparecidos, di una ferita di un intero Paese, di un continente.
Buona lettura.
(angelo miotto)

adolfo perez esquivel

Argentina 40 anni dal golpe. Caro Barack Obama…

 

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A 40 anni dal golpe argentino

10 libri dittatura argentina

Dieci libri ai quarant’anni dal golpe del 1976