Middle East NOW Festival

C’è un racconto mediatico italiano che descrive i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente come gretti, integralisti, arretrati e rinchiusi in se stessi, preda di fantasmi di morte e devastazioni.

di Chiara Comito

Questo racconto mediatico conosce poco e male l’area geografica composita di cui spesso straparla a sproposito, che viene analizzata e raccontata solo in termini geopolitici. Una saggia amica non molto tempo fa mi ha detto a questo proposito: “Se gli analisti e i giornalisti italiani avessero letto le analisi dei demografi e un po’ di romanzi arabi, non sarebbero stati presi di sorpresa dallo scoppio delle rivolte arabe. Era scritto tutto lì quello che sarebbe successo”.

Per fortuna dei nostri geopolitici e giornalisti, martedì 5 aprile a Firenze torna il Festival italiano dedicato al cinema e alla cultura dal Medio Oriente (qui inteso in realtà come area che va dal Marocco al Golfo Persico e che include tutti i paesi arabi della zona, più Turchia, Iran, Israele e Afghanistan). Il Middle East NOW Festival, ideato da Lisa Chiari e Roberto Ruta, e giunto alla sua settima edizione, è ormai una vetrina irrinunciabile per i cineasti e gli artisti arabi e/o mediorientali che vengono a Firenze per presentare in anteprima le proprie opere, altrimenti spesso escluse dal circuito cinematografico o artistico italiano mainstream.

Barakas

Ma è soprattutto un’immancabile occasione per conoscere e scoprire da vicino un lato meno conosciuto, ma molto più interessante, dei paesi arabi e del Medio Oriente: quello delle sperimentazioni artistiche e culturali. E il tema di quest’anno è una vera e propria dichiarazione d’amore: Live&Love Middle East: il Medio Oriente nei racconti di chi lo vive e lo ama.

44 sono i film che verranno proiettati, tra lungometraggi, corti e documentari, di cui 38 in anteprima nazionale, e gli altri in anteprima europea e internazionale.

Tra i film da non perdere c’è sicuramente l’anteprima italiana di The Idol, il nuovo film del regista palestinese Hany Abu-Assad, già regista degli acclamatissimi Omar e Paradise Now. The Idol racconta la storia di Mohammed Assaf, giovane palestinese di Gaza che nel 2013 vinse il talent Arab Idol e divenne una star internazionale, nonché un simbolo di speranza. A Firenze arriva per la prima volta un film saudita, già presentato all’ultima Berlinale: è Barakah meets Barakah, una non convenzionale storia d’amore ambientata nel regno saudita. In anteprima internazionale verrà invece proiettato 74, documentario iraniano su una donna curda yazida scappata dall’ISIS. L’omaggio di quest’anno verrà dedicato invece alla regista turca Yesim Ustaoglu, considerata tra i più importanti autori del cinema turco contemporaneo.

La Palestina aprirà e chiuderà il Festival con Dégradé, primo lungometraggio di Arab e Tarzan Nasser, la coppia esplosiva di registi gemelli palestinesi, che saranno a Firenze per presentare il film. Chiuderà il Festival domenica 10 aprile il thriller Eyes of a Thief, della regista palestinese Najwa Najjar, già candidato agli Oscar. Il film sarà presentato dalla cantante algerina Suad Massi e dalla star egiziana Khaled Abol Naga, entrambi nel cast. Da segnalare che Souad Massi si esibirà in una performance esclusiva in occasione della serata conclusiva del Festival.

Palestinesi sono anche le protagoniste di Speed Sisters, film che farà cambiare a molti i preconcetti sulle “donne arabe”: durante il festival inoltre verrà presentato il libro di ricette e cultura palestinesi “Pop Palestine” e il progetto “Made in Palestine project keffie scarves”, del designer e architetto Rashid Abdelhamid, nome di punta del design arabo eco-sostenibile, che a Firenze proporrà la sua originalissima collezione di keffieh.

Arriva dalla Siria A Syrian Love Story, pluripremiato documentario firmato da Sean McAllister (2015), girato nell’arco di cinque anni, sulla storia d’amore spezzacuori di una coppia di attivisti minacciata dagli orrori della guerra. Dedicate alla Siria sono anche le due mostre fotografiche che verranno presentate sabato 9 aprile: OUR LIMBO, della libanese Nathalie Naccache, sulle rifugiate siriane che vivono e studiano in Libano e LIVE, LOVE, REFUGEE, del siriano Omar Imam, progetto fotografico sulle paure, i sogni e le speranze dei siriani che vivono nei campi profughi allestiti in Libano. Siriano infine è il pluritradotto scrittore Khaled Khalifa, autore di un importante romanzo ambientato nella Siria degli anni ’80, Elogio dell’odio, che interverrà al Festival venerdì 8 aprile per parlare di letteratura siriana e della bellezza dell’arte resistente dalla Siria.

Il focus sul Libano prevede invece l’incontro con lo chef e food-activist Kamal Mouazawak, ideatore del mercato biologico libanese Souk el Tayeb e di Tawlet, ottimo ristorante – cooperativa che si trova a Beirut, nel vivacissimo quartiere di Mar Mikhael. Kamal Mouazawak sarà il protagonista di due incontri sulla gastronomia libanese e sulle sue connessioni con la cucina locale toscana. Libanese è la giovane artista Nour Flayhan, artista in residenza alla New York University of Florence e autrice del progetto My Lebanon, dedicato alla scoperta, o riscoperta, della sue radici libanesi.

Tra i tantissimi altri eventi, si segnalano anche gli incontri giornalieri di approfondimento con intellettuali, giornalisti ed esperti, l’allestimento di una installazione – libreria dove sarà possibile acquistare saggi e romanzi arabi sul tema del Festival, una performance di danza contemporanea del coreografo israeliano Mor Shani, un focus sul nuovo cinema dal Bahrein, e molto altro ancora.

Il programma degli eventi giorno per giorno è consultabile sul sito del Festival, dove è presente anche una sezione dedicata ai soli film in programma.