Les Amoureux des Bancs Publics

La campagna di crowdfunding per sostenere il documentario Les Amoureux des Bancs Publics – La rue qui résiste avec l’art, un viaggio tra le esperienze di arte di strada fiorite in Tunisia dopo la Rivouzione

di Clara Capelli

Ils sont là, c’est notoir, pour accueillir quelque temps les amours débutants. Sono lì, lo si sa, ad accogliere per un po’ gli amori che sbocciano.

Così cantava Georges Brassens in Les amoureux des bancs publics (Gli innamorati delle panchine pubbliche) e così si canta nell’omonimo documentario di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria per Sunset Soc. Coop. sull’arte di strada tunisina dopo la Rivoluzione del 2011, attualmente oggetto di una campagna di crowdfunding su Indiegogo.

La rue qui résiste avec l’art, la strada che resiste attraverso l’arte, recita il sottotitolo del documentario. I bei giorni della mobilitazione di massa in tutto il Paese che portarono alla fuga di Ben Ali e all’inizio di un delicato processo di transizione democratica ancora in corso sono ormai lontani, ma tra strette securitarie e oppressive, crisi economica e attentati terroristi, rimane ancora viva fra molti la determinazione all’impegno pubblico per il cambiamento.

La strada deve dunque essere difesa come luogo di cittadinanza attiva dopo anni in cui lo spazio pubblico era occupato dalle immagini e dalla repressione del dittatore.

Lo strumento è l’arte e sono tanti i collettivi politici, culturali e artistici nati a partire dal 2011 che continuano – nel disinteresse della narrazione mediatica dominante – a portare avanti il messaggio dell’arte e della cultura per tutti come base per la costruzione di una pratica democratica partecipata. Nonostante tutto.

Gli autori Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria – esperta di questioni di genere e migrazioni con lunghe esperienze in Marocco e Libano la prima, documentarista e fotografo autore di diversi reportage su Primavera araba e migrazioni il secondo – danno finalmente voce a questi gruppi e a queste iniziative: dal collettivo Zwewla (i poveri e gli emarginati in dialetto tunisino) con i suoi graffiti alle performance tra le strade e i mezzi di trasporto dei Danseurs Citoyens; dallo spazio culturale Mass’Art con il suo lavoro nel quartiere di Bab Saadoun ai Ghar Boys (i Ragazzi della Grotta), che sulle montagne di Semmama – luogo tristemente noto come base di addestramento e rifugio per delle organizzazioni radicali armate – insegnano ogni giorno ai bambini la passione per la breakdance e la musica rap.

Si tratta di un vero e proprio viaggio on the road attraverso la Tunisia, dalla capitale alle zone più povere ed emarginate del Paese per raccontare le storie di impegno e lotta che continuano in uno stato dove in tanti si sono ripiegati nell’amara delusione per le tante speranze disattese e i sogni non realizzati.

Un viaggio che pone un’importante riflessione sul ruolo della creatività, della cultura, e dell’arte per creare una “democrazia reale e collettiva”, come la definiscono gli autori, e per sostenere un processo transizionale che veda l’inclusione e la partecipazione di tutte le classi sociali e di tutte le appartenenze politiche e religiose, sulla scia di quei giorni nel 2011 in cui tanti tunisini scesero in strada nel nome di una karama (dignità) comune e condivisa.

Perché, come cantava Brassens, qu’ c’est au hasard des rues, sur d’ces fameux bancs, qu’ils ont vécu le meilleur morceau de leur amour. Ed è al caso delle strade, su quelle famose panchine, che hanno vissuto la parte migliore del loro amore.

Clicca qui per il link alla campagna di crowdfunding a sostegno di Les Amoureux des Bancs Publics.