Io sono la madre del bell’amore

Una città, una narrazione collettiva, tanti linguaggi differenti
di Loredana Zolfanelli

Io sono la madre del bell’ amore…
Quando Lui mi prese per mano, conducendomi dolcemente nel deserto, mi parlo’sussurrando al mio cuore..
Lui mi ha sedotto, ed io mi sono lasciata sedurre.
Lui mi ha preso per mano, facendomi dimenticare i giorni della solitudine e dell’ abbandono..
Lui e’ l’ Amato, ed io sono sua.

Quando mi volgo indietro, mi chiedo ancora come sia stato possibile che Lui mi abbia scelto tra tante…
Sono bella…lo so..
Del mio fascino si parla in ogni angolo della terra.
Quanti mi hanno desiderata!
..ma solo pochissimi mi hanno amata..

Ed io..io cercavo il vero amore, incapace di vivere senza…
..e cosi mi sono lasciata ingannare..

E dove c’era desiderio, io vedevo un possibile eterno amore..
Ma gli occhi con cui guardavo erano acceccati dal bisogno di affetto..

Molti mi hanno illusa, conquistandomi con pietre preziose e parole cariche di lusinghe..
Quale vuoto lasciavano in me..

Ma poi tutto cambio’: solo Lui mi ha amato incontrandomi nel mio cuore ferito.

Prima di incrociaare il suo sguardo, non ero che una mendicante d’amore; cercavo, ma non trovavo..
Tu mi capirai, credo..

Se ti sei avvicinato a me, attratto dal fascino intrigante dei miei chiaroscuri, forse non resterai deluso, ma dovrai percorrere tutte le mie strade: quelle polverose, e quelle accattivanti.

Non ti dovrai fermare, mai..
Dovrai avere il coraggio di varcare la soglia del mio sepolcro, inginocchiarti, toccare la mia terra, quando e’ arida e quando profuma di rugiada e di cielo.

Mi dovrai amare con tutte le mie contraddizioni: quando sono al buio, e quando riesco a riflettere un frammento della luce che mi invade.

Lui e’ il mio sole: mi illumina anche quando gli volto per un poco le spalle.

Sono io a stancarmi di Lui, ma Lui rimane e mi chiede di rimanere: per inondarmi della Sua luce, per rischiarare le mie tenebre, per ricordarmi che la distanza tra la prostituta e la santa e’ stata finalmente colmata.

In mezzo c’e’ stato il suo respiro leggero.

Non ho dimenticato il mio passato: qualche volta me ne vergogno nel mio cuore..
Ma so chi sono oggi, senza dimenticare ieri.

E tu, che sei nel mio presente, prova a non condannarmi: posso essere la tua casa, o essere per te terra straniera.

Scegli tu: puoi fermarti nelle mie stanze, oppure limitarti a sbirciate, rimanendo sulla soglia..

Ma ti avverto: se resterai, non troverai tutto il sacro o tutto il profano. Non ci sara’ un solo canto, quello di un tenace muezzin, o di un prete ortodosso..
Dovrai abituarti a mescolare le note. Dovrai mescolarti con le mie note e diventare tu stesso nuova musica per me.

Dovrai imparare a convivere con la mia differenza, con le mie contraddizioni, le parole e i silenzi; i miei abbracci e la mia distanza; ti chiedo di esplorare i miei universi sommersi.

Nella mia casa c’ e’ uno spazio che aspetta te: per la tua disarmonia e per la tua articolata ma polifonica bellezza.
Non ti chiedero’ sempre luce, ma sapro’ trovare un posto anche per la tua oscurita’..
E non saro’ sola quando ti lascero’ entrare nelle mie stanze sacre e segrete: l’ Amato sara’ con me; ed io ti guardero’ con i Suoi occhi, per essere sicura di vedere te..senza il riflesso di me.