Tornare a schierarsi. Tre pensieri dopo il teatrino leghista su Via Idro

Ho davanti a me le foto che qualche quotidiano ha pubblicato oggi. In posa per i fotografi ci sono consiglieri milanesi della Lega che si sono fatti ritrarre mentre demoliscono le case delle famiglie che vivevano nel Campo di via Idro, sgomberato qualche settimana fa dal Comune di Milano.

di Massimo Conte

Le fotografie sono patetiche, mettono in mostra quattro sfigati e il loro teatrino. Non ci fossero stati i fotografi dei quotidiani ad amplificare la sceneggiata, sarebbero rimaste nei cassetti, come le foto delle vacanze di cui vergognarsi.
Però, mi spingono a tre riflessioni.

Ecco la prima. Qualcuno di voi avrà letto il mio racconto della famiglia di Marina e Lisse nei giorni in cui lo sgombero del campo sembrava imminente. Molte delle foto dei leghisti con la ruspa di cartone sono state fatte proprio nella loro casa. Una casa dalle pareti rosa, con il cartongesso a creare ambienti intimi e curati, con il letto matrimoniale costruito da Lisse e la cameretta delle bambine con mensole piene di peluche. Mazzetta e piccone non hanno avuto rispetto di nulla. Hanno voluto aggiungere al disprezzo istituzionale dello sgombero, quello della cattiva politica. La famiglia di Marina e di Lisse è così diventata vittima due volte. Una vittima a difesa della quale si muovono solo poche persone. Ecco, ci sono momenti in cui la schiera delle brutte persone sembra più visibile di quella delle belle persone. La schiera delle brutte persone, in questo frangente, ha la forma delle istituzioni. Questo è preoccupante.

La seconda, molto collegata a questa prima, è che quelle case avrebbero dovuto essere difese. Sono proprietà privata e sono collocate in un terreno di proprietà dell’Amministrazione. Avremmo dovuto vedere la polizia locale e le altre forze di polizia schierate a difesa della proprietà. Avremmo dovuto vedere l’Assessore alla Sicurezza (?), in prima linea a tutela del sacro concetto di proprietà. Invece, la parata, annunciata ai mezzi d’informazione e pubblicizzata sui social, non è stata impedita da nessuno. Deve essere il destino del 25 aprile. Ci sono fascisti dichiarati che da anni sfilano per il Cimitero Monumentale con croci celtiche e saluti romani e che da anni le istituzioni lasciano liberi di violare la legge. Ci sono fascisti di periferia che annunciano un’azione apertamente illegale e che le istituzioni lasciano liberi di violare la legge.

Liberare. Da Chi? Già, il 25 aprile. I consiglieri leghisti hanno avuto la faccia di dichiarare che andavano a liberare l’area dell’ex Campo di Via Idro. Liberare. Da chi? Da uomini, donne, bambini. Dalle loro tracce, le loro memorie, i loro piccoli oggetti. Nelle foto pubblicate da alcuni quotidiani ci sono statuine di Padre Pio, immagini del Sacro Cuore, foto di famiglia, vestiti da bambini. In questi anni abbiamo visto troppo spesso la libertà infangata da manipoli di fascisti. Anche l’estrema destra austriaca si fa chiamare Partito della Libertà.

Ecco, io sono certo che contro questa libertà disumana ci sarà sempre qualcuno pronto a insorgere. Stanno tornando tempi in cui occorre schierarsi. Ci sono persone che lo fanno e che chiamano tutti noi ad assumersi le proprie responsabilità.

Per questo, oggi, vorrei che i giornali fossero pieni delle foto di Marina e di sua figlia, mentre sfilano orgogliose della loro bandiera, durante il corteo del 25 aprile. Pieni delle foto della schiera di belle persone che sono accanto e intorno a loro.