La settimana, in musica

Musica della settimana dall’8 al 13 Maggio

a cura di Gabriella Ballarini e Juri Bomparola

La Turchia e la stampa nel mirino del potere di Laura Filios

Non è un sole, ma una mezza luna.
Lo dice una bandiera.
Non è silenzioso ma fa rumore, lo dice Canan Coskun.
Quando fare semplice e onesto giornalismo diventa rischio per la propria vita, allora ci sembra increduli di essere nell’Anno Domini 2016.
Dentro un’ Europa che tanto Europa non è. Il toro bianco in cui si trasformò Zeus si è sporcato e rischia d’esser macellato piuttosto che amato.
Ma la giustizia è di chi “sempre disubbidirà”, è un sole silenzioso.
Contrapposto a una mezza luna fragorosa.
Senza dare adito a considerazioni capziose o volutamente divisive.
In questo caso si tratta di cercare il progresso intellettuale, non il conflitto sociale.

Prove di democrazia a Beirut di L.B.

Capita a fagiolo l’occasione di questa elezione municipale a Beirut, datata 8 maggio 2016.
Una domenica.
Quante domeniche hanno segnato la storia, tramite elezioni democratiche e voti del popolo.
Non possiamo enumerarle.
Questa domenica è stata ortodossa, rispetto a ciò che ci si poteva aspettare, concentrando l’obiettivo della telecamera sul luogo preciso che stiamo analizzando.
L’ironia del caso vuole che un gruppo folk a me caro, definitosi “Beirut”, ha musicato un brano che si intitola “A sunday smile”.
Prima o poi si sorriderà, svegliandosi al lunedì, dopo un sorriso domenicale.
Beirut.

La corruzione in Spagna di Marco Todarello

Era il 1998 e l’album si intitolava “Eurosis”. L’ho ascoltata un paio di volte prima di rendermi finalmente conto che quasi vent’anni, a volte, possono sembrare un incessante ieri, un pressante oggi e un indifferente domani.
“No representais a nadie 

Y es que, en esta democracia,
siempre gobiernan los mismos 

Solo cambia el maquillaje 


Y es que españa va muy bién 

Va muy bién pa los de siempre 

Pal banquero, pal alcalde y para nuestro presidente”

Ventimiglia: “Ci spiace, ma il centro è chiuso” di Simone Sarchi

Quando Simone Sarchi ha preso la macchina per andare a Ventimiglia e scrivere il pezzo, ho iniziato ad ascoltare questo album. Solo dopo ho iniziato a leggere le recensioni e capire perché aveva chiamato la mia attenzione. Il gruppo “We lost the sea” ha recentemente perduto il proprio cantante e questo è il primo album dopo la sua morte. Le sonorità raccontano il titolo “Departure songs” e io non potevo smettere di ascoltarle. Ogni nota descrive una morte, qualcosa che c’era e poi “puff” non c’era più. Un lento movimento verso il sogno del persempre scoprendosi sconfitti, scacciati, sopravvissuti sì, ma non ancora abbastanza. Ci uccideranno ancora mille volte e duemila volte rinasceremo senza confini, senza muri e fili spinati.
Sul finale una voce maschile dice: il futuro appartiene ai coraggiosi.

Un’umanissima speranza di Massimo Conte

Grazie a Massimo Conte per una riflessione coraggiosa che vive tra la vita e la morte.
René Pérez e Eduardo Cabra (Calle 13) raccontano che il pezzo nasce da una lunga riflessione, “Adentro” vuole essere una canzone sincera, un rap che frulla cuore e scarafaggi, denaro e morte.
Después de ver como se mueven 

las guerras y las guerrillas 

Tu crees que le voy a tener miedo 

a tu pandilla? 


Dispara cuando quieras raperito maleantoso,
aquí no gana el mas maleante 

gana el mas ingenioso

Siamo, siete, editori di Angelo Miotto e Christian Elia

E finalmente siamo editori, è tempo di ballare.
Meravigliosa album dei Kings of Convenience: Riot on an empty street (2004)
Sonorità meravigliose che fan venir voglia di comprarsi il bellissimo ebook di Giulia e Germana e poi leggerlo ascoltando tutti i pezzi dell’album!

La matita di Enrico Natoli

Immaginando “Radio Silence”.
Non posso credere che tu non voglia vedermi.
Chissà cosa senti?
Silenzio.