Stanno abolendo i tribunali per minori (che l’Europa c’invidia)

La riforma all’esame del Senato rischia di cambiare – in peggio – un’eccellenza italiana come la giustizia minorile.
Il pedagogista Paolo Tartaglione spiega perché

di Andrea Colasuonno

Il 10 marzo 2016 la Camera ha votato favorevolmente la riforma del processo civile voluta dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Oggi la legge attende di essere approvata dal Senato. Il provvedimento è stato voluto per avere “una giustizia più efficiente e qualificata”. Tuttavia, nella generale risistemazione, a gennaio, sono finiti anche i Tribunali per i minorenni, all’inizio tenuti fuori.

Questi, se la riforma passasse, verrebbero sostituiti da sezioni specializzate create presso i tribunali ordinari. Diversi esponenti del Governo mettono in guardia dal parlare di “soppressione”, tuttavia a molti osservatori questo effettivamente è sembrato. Appare confermarlo anche il comunicato ufficiale della Camera che recita “nell’ottica della specializzazione va letta anche la soppressione del tribunale per i minorenni”.

Della questione si è parlato pochissimo e la cosa ha lasciato indifferente la maggior parte dell’opinione pubblica, ma non gli addetti ai lavori. La giustizia minorile è un’eccellenza del sistema giuridico italiano, forse l’unica. Sul suo modello si stanno adeguando gli altri paesi europei, ecco che volerla depotenziare proprio adesso a molti è sembrata una follia. Per capire nel dettaglio l’intera vicenda ne abbiamo parlato con Paolo Tartaglione, pedagogista, formatore e responsabile delle comunità educative per adolescenti Arimo di Milano.

Innanzitutto ci spieghi in breve cos’è un tribunale per i minorenni e quali funzioni ha.

Il tribunale per i minorenni ha 3 funzioni: civile, amministrativa e penale. Quella civile consiste in decreti che limitino la responsabilità genitoriale, perché in una famiglia un bambino sta subendo una situazione. Può essere abuso, maltrattamento, incuria, ipercura, trascuratezza. Quella amministrativa si attiva quando le sfide poste dall’adolescente vanno oltre le capacità del genitore di potervi far fronte. In questo caso si affiancano a madre e padre figure che li aiutino a crescere in maniera sana il proprio figlio. Niente è imposto, tutto segue dal consenso dei genitori. Infine quella penale interviene nel caso di reato compiuto da adolescenti fra i 14 e i 18 anni.

Questa legislazione è molto diversa da quella degli adulti, molto più efficace, molto più creativa, studiata e pensata sapendo chi è un adolescente che commette reato.

Fu istituita nel 1988 grazie alla legge 488. Si tenga conto che la convenzione Onu sui diritti dell’infanzia è del 1989, dunque addirittura questa legge la precede.

E cosa si vuol fare adesso con la riforma Orlando?

Fino a gennaio la riforma aveva pianificato di trasformare il tribunale per i minorenni in tribunale per la famiglia. La cosa personalmente non mi trovava completamente d’accordo, ma poteva avere un senso. Aveva il merito, ad esempio, di riunire nello stesso istituto le competenze del tribunale per i minorenni, con quelle relative alle separazioni con prole. Poi questa via è stata abbandonata. Adesso si vuole che il tribunale ordinario si occupi di tutto, solo con l’accortezza di attivare sezioni specializzate da dedicare a minori e famiglia. Ciò mentre il Consiglio Europeo in questi mesi ha approvato il “giusto processo penale minorile europeo”. Vuol dire che sono stati dati a tutti gli stati membri 3 anni di tempo per adeguare le loro leggi sui minori a quelle italiane. In sostanza in Europa dicono facciano come l’Italia, mentre noi facciamo il contrario. Siamo sempre all’avanguardia.

Però la Presidente della commissione giustizia, Ferranti, è stata chiara: “non si tratta di una chiusura ma di un trasferimento”. Secondo lei questo gioverà all’istituzione? Quali punti non convincono? Cosa non torna?

Le questioni sono diverse. Primo questo non è un accorpamento, ma un trasferimento delle competenze che oggi ha il tribunale per i minorenni a tali sezioni specializzate che dovrebbero essere create. Tutti sanno però che ciò non avverrà mai. Si è visto recentemente con la legge 219 che parifica i diritti dei figli naturali, legittimi e adottivi. Anche in questo caso si sarebbero dovute creare sezioni specializzate, l’ha fatto solo Milano.

Qualunque magistrato, quando si parla di “istituire sezioni specializzate”, non può fare a meno di ridere. Sa benissimo come sono messi i tribunali e sa che nessuno farà queste sezioni.

Secondo, in un tribunale per minori un giudice può lavorare anche per 40 anni, mentre in quelli ordinari ogni 10 anni si è costretti a cambiare. Diciamo la verità: occuparsi di questioni di minori, abuso d’infanzia, maltrattamenti, sindrome dell’alienazione parentale, si comincia a capirci qualcosa dopo 5 anni. Dopo 8 si è bravini, quando si sta diventando bravi si cambia e si va ad occuparsi di incidenti stradali. Terzo, nella riforma si parla di sezioni specializzate solo per la parte giudicante della magistratura, ma esiste anche una parte inquirente, quella che istruisce il processo, la quale non è tenuta a questa specializzazione. Questo è grave. Se uno non ha in mente cos’è un bambino, come sta, i meccanismi della sua psicologia, le dinamiche con la famiglia, quali sono i segni del maltrattamento, non può istruire in maniera adeguata niente. Quarto, la riforma è a costo zero, quindi nessuno verrà realmente formato.

Quindi cosa si sta facendo per evitare che la riforma passi così com’è allo stato attuale?

Innanzitutto una petizione. Con questa non chiediamo che si fermi il corso della riforma, solo che si stralci la parte dedicata ai tribunali per i minorenni. Del resto la proposta Orlando nasce per altri motivi, noi, invece, vogliamo metterci intorno a un tavolo e discutere di una riforma della giustizia minorile che abbia una sua visione. Porteremo le firme ai senatori della commissione giustizia che fra poco dovranno discutere la materia. La speranza è che possano comprendere l’entità della cosa. Del resto, nel 2003, l’allora ministro Castelli propose per i tribunali per i minorenni una riforma praticamente uguale a quella Orlando. All’epoca il ministro leghista fu sbeffeggiato sia dalla stampa che dall’Ulivo. Oggi che l’Ulivo si chiama PD la ripropone uguale. E la stampa non ne sta parlando.

Chi ha fatto propria finora questa battaglia?

Praticamente tutti quelli che lavorano a contatto con questo mondo sono contro la riforma. La Camera Minorile, l’Associazione Nazionale dei Magistrati, l’Ordine degli Assistenti Sociali, l’Ordine degli Psicologi. Ma perché è come avere un ospedale pediatrico d’eccellenza, decidere di spostarlo in un ospedale ordinario, salvo spiegare poi a qualche cardiologo che il cuore del bambino è più piccolo, dunque di stare più attento. Questo vuole fare la riforma.

Ha firmato la nostra petizione anche Gherardo Colombo. Ha spiegato che la sua preoccupazione è che la giustizia per minori si trasformi in giustizia per adulti. E la giustizia per adulti, in Italia, è in condizioni pietose.

Certo ci sono giudici e magistrati preparatissimi e valorosissimi, ma il penale non è riuscito ad inventarsi niente di meglio che somministrare un tot di vendetta a seconda di quello che hai fatto. Non ha nessuna creatività, nessun collegamento con la vera riabilitazione o recupero di chi ha commesso un reato. Tradisce ogni giorno la Costituzione. Quella giustizia, così vendicativa, non va bene neanche per gli adulti, figuriamoci per i minori. La prima dovrebbe imitare la seconda e invece finiremo per fare il contrario.

 

L’immagine in apertura è una foto di Matteo Pieroni tratta da Flickr in CC