“ZacRepublic!”la rivista dei richiedenti asilo di Bologna

Disegni, articoli, storie, ricette, titolo e logo: ogni cosa è stata scelta da tutti i protagonisti del centro di accoglienza Zaccarelli. Operatori, ospiti, volontari, insieme per ricordare che i rifugiati non sono numeri ma persone, con un volto, una storia, un talento e tanti ricordi

di Ambra Notari, foto Michele Cattani
da Redattore Sociale

Foto di Michele Cattani
“ZacRepublic!” - foto di Michele Cattani

BOLOGNA – Un buco nel tempo che per un istante fermi l’orologio, l’occasione per immortalare su carta l’universo di relazioni e storie che si costruiscono ogni giorno dentro le pareti dell’accoglienza. “ZacRepublic!” nasce così, per ricordare che i rifugiati sono persone e non numeri. “ZacRepublic!” è una rivista numero zero che ha visto la luce al Centro Zaccarelli, la struttura di seconda accoglienza in via del Lazzaretto a Bologna, che lo scorso 15 aprile ha compiuto un anno, e con lui i 54 ospiti che hanno festeggiato il loro primo anno in Italia. “Quando si parla dei profughi in tv, sulla stampa, li si guarda sempre da fuori, con un approccio esterno. Vengono snocciolati numeri e percentuali, senza mai provare ad andare oltre – spiega Michele Cattani, operatore allo Zaccarelli –. Ma noi, in tutti questi mesi, abbiamo ascoltato tante storie, vissuto tante emozioni, assistito a tante trasformazioni, conosciuto tanti volti. Non volevamo si perdesse questo enorme patrimonio, così abbiamo deciso di metterlo dentro a questo numero zero”.

“ZacRepublic!”, nato grazie alla collaborazione con la Cooperativa L’Arca di Noè e l’associazione PrendiParte, ha 60 pagine e tante illustrazioni. L’autore delle illustrazioni è Diatta Lamine, origini senegalesi, in Italia dall’aprile 2015. “Durante la scuola primaria – spiega nella ‘prefazione’ della rivista – disegnavo durante le lezioni di geografia e scienze naturali, e alla scuola secondaria ho scoperto l’importanza dei disegni grazie all’incontro con il mio professore di arte Djallo. Essendo nato in un villaggio in campagna la mia vita dipendeva dalla natura, e per questo l’ho sempre amata e rispettata. È molto triste vederla attualmente in una fase di distruzione a una straordinaria velocità”.

Foto di Michele Cattani
“ZacRepublic!” 2 - foto di Michele Cattani

Cattani racconta che tutti – operatori, ospiti, volontari – hanno messo a disposizione le proprie competenze per la realizzazione di “ZacRepublic!”. Chi sa disegnare – Diatta – ha realizzato le immagini, chi sa impaginare ha impaginato, chi sa cucinare – Faeem, Gondal, Rajani – ha scritto le ricette, chi sa scrivere le poesie – Mohammed e Noel – ha scritto le poesie. Nella rivista ci sono le attività dello Zaccarelli, tra sport, musica, arte e confronto. E poi ci sono le vite, le tante vite degli ospiti del centro, in tutti i loro colori, sfumature, ricordi ed emozioni. “Un lavoro cominciato i primi mesi dell’anno che finalmente vede la luce”, commenta Cattani.

Il titolo e i temi sono stati scelti insieme, anche il logo, che esemplifica il sottotitolo della pubblicazione: “Le diversità sono la nostra casa”. 5 cerchietti colorati che compongono una casa stilizzata. Al suo interno, c’è tutto, come scrive Cattani: tante culture, gusti, odori, lingue, musiche, preghiere, e “al Centro Zaccarelli si ha la sensazione di essere cittadini del mondo”. E anche la parola ‘republic’ tiene insieme tanti animi di provenienza diversi, che sognano il medesimo futuro di pace.

Foto di Michele Cattani
“ZacRepublic!” 2 - foto di Michele Cattan3

“ZacRepublic!” è stato stampato in circa 500 copie, che saranno distribuite nel corso degli eventi che avranno il Centro come protagonista (ma è disponibile anche online). L’offerta è libera, e sarà utilizzata per coprire le spese del prossimo numero: “In realtà ancora non sappiamo che continuità riusciremo a dargli, ma ci piacerebbe proseguire su questa strada, magari coinvolgendo anche altri centri d’accoglienza della città. Insomma, i buoni propositi perché esca un secondo numero ci sono”. (Ambra Notari)