Nhebek Hedi

Il film del regista tunisino Mohamed Ben Attia racconta una storia intima e familiare, restituendoci però una riflessione profonda sui rapporti umani e su quanto difficile sia trovare il proprio posto nel mondo

di Clara Capelli

Nhebek Hedi, ti amo Hedi, ti voglio bene Hedi. E in nome di questo affetto tutti decidono per Hedi, un rappresentante di automobili introverso e sfigatello originario di Kairouan, Tunisia. Ma Hedi, lui, cosa vuole?

Il film del regista tunisino Mohamed Ben Attia racconta una storia intima e familiare, restituendoci però una riflessione profonda sui rapporti umani e su quanto difficile sia trovare il proprio posto nel mondo quando le aspettative della società intorno a noi sono così soffocanti.

La pellicola ha convinto anche la critica internazionale, aggiudicandosi alla Berlinale 2016 l’Orso d’Argento e il premio per il migliore attore con l’eccellente interpretazione del giovane Majd Mastoura

Ben Attia non è nuovo a questi temi, affrontati per esempio nel cortometraggio del 2013 Selma, storia di una vedova che combatte contro la kafkiana burocrazia tunisina per rilevare la licenza del taxi del marito, mentre la suocera prima la osteggia preoccupata di cosa penseranno i vicini e poi la sostiene per poter passare la licenza al nullafacente figlio minore.

Anche in questo film ritroviamo una figura matriarcale dispotica: la madre di Hedi, che ne gestisce a vita e lo stipendio perché lui è troppo ingenuo e inadatto a qualunque responsabilità; il fratello, emigrato in Francia e rappresentativo esemplare dei cosiddetti cheznouslàbas, è invece stimato e adorato, lasciando che sia lui a fare le veci del padre defunto.

Hedi si sta per sposare con la bella Khadija, timida e impeccabile con i suoi capelli ben lisciati e il trucco curato. I due futuri sposi partiranno per la luna di miele in Francia e al ritorno si installeranno nella casa costruita proprio sopra all’appartamento della madre di Hedi, la quale intanto tratta insieme al figlio maggiore con il consuocero perché questo assuma Hedi.

La famiglia non è l’unica fonte di prevaricazione per il ragazzo: l’azienda per cui lavora è in difficoltà e il suo principale non solo gli nega il congedo matrimoniale, ma gli assegna una serie infinita di visite commerciali alle concessionarie della costa.

E in un albergo di Mahdia Hedi si invaghisce degli occhi brillanti e dei ricci ribelli di Rym, una donna che lavora da anni come animatrice nei resort della Tunisia. Stanca dei continui spostamenti, Rym intende partire a breve per la Francia per costruirsi una vita altrettanto libera e indipendente, ma con migliori condizioni lavorative.

Nei suoi continui viaggi tra Kairouan e Mahdia, Hedi si trova di fronte a una scelta difficilissima: proseguire nella sua esistenza sicura e tranquilla, senza deludere né far soffrire la madre e la fidanzata, oppure fare un salto nel buio per seguire un nuovo amore e il suo segreto sogno di diventare fumettista. La sua decisione non sarà scontata.

Nhebek Hedi riesce inoltre a mettere in evidenza alcuni nodi della società tunisina, dalla Francia come luogo dell’”altrove” dove tutto è migliore, alla latente delusione per una rivoluzione che non ha mantenuto le sue promesse, in termini di cambiamento politico così come di rapporti umani, perché il sistema sociale continua a dire ai giovani, uomini e donne, “cosa è meglio per loro”. Mentre forse, quasi banalmente, la prima cosa che vorrebbero è essere lasciati in pace dalle assillanti telefonate di partner e genitori.

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