Teatro degli Incontri – Appunti per una città aperta

Era il mese di Gennaio, iniziava l’anno e noi salutavamo la città di Prometeo, aprivamo un libro nuovo, il libro di Teju Cole, quello dal titolo “Città aperta”.

di Gabriella Ballarini

Sera dopo sera lo abbiamo letto, sottolineato, abbiamo messo le orecchie alle pagine e abbiamo aperto gli occhi sulla città, Milano.

Il libro a un certo punto dice:

“Il fatto di attraversare zone affollate significava che incrociavo molte persone, centinaia, forse migliaia, più di quanto non fossi abituato a vederne nel corso della giornata, ma quel numero infinito di volti, invece di alleviare la mia sensazione di isolamento, non faceva che accentuarla.”

E noi ci siamo messi a camminare, ci siamo vestiti e abbiamo percorso via Padova di notte, per provare, per guardare. Poi abbiamo scritto, parole che rincorrevano parole, tonnellate di parole, più di settanta testi, frammenti di città che, come pezzetti di un mosaico, mettevano insieme gabbiani, portoni, biciclette, stivali, monolocali, fabbriche abbandonate, buchi neri, fermate metropolitane, treni, sguardi. Tutto, abbiamo vivisezionato il ricordo e lo abbiamo ribaltato. Macchine fotografiche per la città, che raccoglievano poesie dalla strada, dai passi dello sconosciuto, dagli ombrelli, dalle ombre, dalla luce accecante.

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Gigi Gherzi, ci racconta: “dopo il lavoro con Prometeo e il dono del fuoco, ci siamo resi conto che il dono più grande che potevamo fare a questa città era il dono dell’aperto, una dimensione dell’apertura delle vite e delle pratiche, dei luoghi, di un’apertura dello sguardo rispetto alla città, nella scoperta di un nuovo stupore e di una rinnovata passione. Camminare per Teatro degli incontri è una pratica che permette di attivare tutti i nostri sensi, è una pratica che porta lo sguardo a vedere quello che normalmente non vede, in relazione con i suoni, permette in qualche maniera di essere dei corpi vivi e presenti all’interno della città, per percepirla come un organismo vivente e mutante, cosa che nel nostro sguardo stereotipato che applichiamo alla vita e alla realtà, non succede.” Ho chiesto poi a Gigi di spiegarci perché si intitola “Appunti”, questa espressione mi rimanda l’idea che qualcosa sta iniziando, e lui continua a raccontare: “l’evento dell’11 e del 12 Giugno è inaugurale, la prima tappa di un percorso e di un progetto.

L’appuntare è un atto che serve a chi cammina, l’appunto è un elemento di curiosità che non pretende di esaurire dentro una risposta i temi, ma che pone una domanda alle persone con cui vuole entrare in relazione.

Chiederemo anche al pubblico, ad altri artisti, fotografi, musicisti di rapportarsi con questi appunti per andare a creare un vocabolario e un archivio vasto ed interessante, di visioni della città aperta.”
Una settimana fa, in via Pontano 43  a Milano, (dove si terrà lo spettacolo) c’erano le prove. Un gruppo di almeno 25 attori era in piedi sugli scaloni del piccolo anfiteatro, Caterina recitava un pezzo e camminava sul posto, Carla aveva un foglio in mano, Valeria suonava la chitarra, Maria ripeteva i versi di una poesia su Berta Caceres, Silvia e Antonella erano sedute a terra con il copione tra le mani, Tiziana era in piedi con una piccola luce impigliata in un dito e poi c’era Luciano con un racconto che poi era una danza e Giuseppe e poi e poi, e poi ancora le parole di Teju Cole e quel timore che diventa fascino, quella sensazione che la città si faccia spazio dentro di te.

Ultima visione stupefacente: Riccardo e Adriana che partono per un ultimo viaggio, li porteremo a camminare con noi, per mano, per sempre. Questo spettacolo è dedicato a loro.

Per informazioni travate una spiegazione dettagliata dell’evento.
È previsto un pubblico di circa 50 persone per ogni evento (camminata + performance all’anfiteatro)
La prenotazione è obbligatoria.
Info e contatti: teatrodeglincontri@gmail.com