La settimana, in musica

Musica della settimana dal 12 al 17 giugno

a cura di Gabriella Ballarini e Juri Bombarola

La strana condizione di Karim Miské di Gabriella Grasso

Sarà per assonanze francofone che propongo, insolitamente, una hit dei giorni nostri.

Fatto sta che l’intervista di Gabriella Grasso a Miské mi ha ricondotto a questo pezzo che, a mio avviso, si può interpretare in più d’una maniera.

L’Ego è intimo e personale, così come può trasformarsi in pseudo-coscienza comune.

La tribalità di cui ci parla Karim passa da un ego collettivo vacuo e desueto.

Un ego auto-referenziale che è tanto pretestuoso quanto vetusto, troppo radicato per essere attuale e moderno.
Un ego che torna primordiale, per distruggere il lume della ragione che ha ideato, oltre due secoli fa, concetti di Stato e Umanità universali ed equi.

Quello del “buon selvaggio” sembra essere un concetto non ancora dimenticato. 

Eppure dovremmo essere tutti Francesi o Italiani.

Sicuramente dovremmo poterci considerare tutti Europei.

Guardandoci allo specchio non è facile evincere chi sia il più bello del Reame.

Quale Reame, poi?

Un baco in tante teste, pensanti o meno, rende difficile l’evoluzione sociale dell’Europa Unita.

Allez, allez, allez!

Contro l’urbicidio si mobilita l’architettura forense di Bruno Giorgini

Urbicidio come emanazione di Bogdan Bogdanovic, politico e architetto serbo.

Per questo, carico della mia ignoranza in materia, propongo quasi a caso un Goran Bregovic, altrettanto serbo, che con i Kalashnikov propone la pace.

In un Primo maggio qualunque.

Non è mica facile.

Bruno Giorgini scrive tutto il necessario, io tento di assegnargli una colonna sonora.

Kalashnikov, o come diamine si scrive.

All’ombra del rischio 2/3 di Luca Ondercanin, foto di Tomas Halasz


Il tempo si è fermato…
C’è un tempo.
C’è un tempo per un disastro da dimenticare…
C’è un tempo, per una musica da cantare….
C’è un tempo per tornare a casa la mattina…
C’è un tempo per non tornare più, per paura…
C’è un tempo della città, quando si vive nella paura.

La cultura dello stupro di Elena Esposto

Era il 1980 e John Lennon scriveva una canzone “Per l’altra metà del cielo….”

Woman I can hardly express,
My mixed emotion at my thoughtlessness,
After all I’m forever in your debt,
And woman I will try express,
My inner feelings and thankfullness…

La Courneuve di Valeria Nicoletti

Leggere le parole di Valeria Nicoletti, mi ha fatto picchiare in testa il rap di quando ero giovane, di quando non ascoltavo le parole delle canzoni e non mi rendevo conto che stavano scavando qualcosa dentro di me.
Un pezzo della colonna sonora del film Banlieu 13, dove i confini si superano con i salti mortalie gli spari e i calci volanti.

La matita di Enrico Natoli

L’imbarazzo di non capirci un cazzo.