Il piano di Maggie

Il film di Rebecca Miller, tratto da un romanzo di Karen Rinaldi, è qualcosa in più di una semplice commedia romantica

Il piano di Maggie, di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Julianne Moore, Ethan Hawke, Bill Hader e Maya Rudolph. Nelle sale.

di Irene Merli

Maggie ha trent’anni, è affascinante, ottimista, ha una carriera di successo come insegnante d’arte e management e degli amici meravigliosi, ma qualcosa le manca. Come molte arrivate alle sua età, sente battere l’orologio biologico: vuole un figlio e siccome si è accorta che le sue storie d’amore non durano più di tre mesi, decide di averlo da sola, senza aspettare “l’uomo giusto”. I suoi due migliori amici appoggiano il piano e così Maggie trova un donatore in un ex compagno di università, che si è reiventato imprenditore di sottaceti biologici. Solo che mentre sta… applicando la sua pianificazione conosce all’improvviso un professore di antropologia sensibile e intelligente, che aspira a diventare romanziere ed è prigioniero di un matrimonio infelice con un’altra docente universitaria, algida, competitiva ed egocentrica.

Inaspettatamente, Maggie e John si innamorano e si innamorano in fretta: lui si rende conto che la bionda pianificatrice è la soluzione per ottenere la vita che vorrebbe, e Maggie rimane totalmente coinvolta, per la prima volta, dall’attraente studioso che tiene corsi dagli strani nomi.

E vissero per sempre felici e contenti? Magari! Due anni dopo, i due sono sposati, hanno avuto una figlia in modo tradizionale e si destreggiano tra le difficoltà della nuova famiglia e quella dei rampolli di John e della sua ex moglie Georgette. A dire la verità, a destreggiarsi è soprattutto Maggie, che inizia a chiedersi se essere la factotum di John e la bambinaia dei suoi tre figli era proprio ciò che desiderava dalla vita. Tutti questi cambiamenti le hanno provocato parecchie incertezze su quello che prova davvero.

E quando incontra Georgette alla presentazione di un suo perfidissimo libro, che racconta la fine del matrimonio con John, a Maggie passa per la testa un nuovo piano, folle e manipolatorio, per cercare di migliorare la vita di tutti. Ma la vita ha più fantasia di noi, per fortuna. I tre personaggi scopriranno così che nulla o quasi va mai secondo i piani. E Maggie, in particolare, capirà anche che la sua esigenza di essere sempre leale, sincera, etica la porta a mentire e a combinare autentici disastri. Non può controllare tutto, come vorrebbe. Anche il finale, decisamente a sorpresa, glielo dimostrerà.

Ma attenzione, “ Il piano di Maggie” non è una semplice commedia romantica, pur ottimamente recitata da attori del calibro di Greta Gerwik, Ethan Hawke e Julianne Moore.

IL plot, ricco di dialoghi comici e acida ironia, porta a ebollizione le intermittenze del cuore di borghesi inquieti e supercolti inscenando situazioni esilaranti e a volte paradossali. Sulla falsariga dei film di Woody Allen e di Noah Baumbach, Maggie, John e Georgette sono personaggi squisitamente newyorkesi che speculano e si interrogano di continuo su loro stessi e sul mondo e utilizzano l’ironia per dare un nome alla sofferenza.

Il film scritto e diretto da Rebecca Miller, tratto da un romanzo di Karen Rinaldi, sembra quindi più costruito per descrivere e a volte irridere i nuovi, effimeri nuclei familiari di Manhattan. Non solo. “Il piano di Maggie” prende di mira il mondo accademico americano, incarnato dalla coppia disfunzionale John-Georgette.
In questa commedia, insomma, tutti sono alla ricerca della felicità, come nei tradizionali film hollywoodiani, ma lo sguardo della regista aggiorna l’azione ai nostri tempi fragili e incostanti. Con punte di cattiveria salutari.