di Alice Bellini
12 spunti di riflessione, consigli di approfondimento di vita pescati a sorte da un cappello. Per coloro che credono negli astri, non sarà di certo un caso che un determinato messaggio sia uscito per un determinato segno. Per chi invece le stelle le riconosce solo come lucine nel cielo, comunque una piccola riflessione non fa mai male, per alleggerire un po’ l’anima, ma senza volare via.
Nella prefazione al saggio Le parole sono finestre [oppure muri] di Marshall Rosenberg, lo psicologo che sviluppò la Comunicazione Non Violenta, o Comunicazione Empatica (saggio che, stelle e oroscopi a parte, consiglio di leggere a tutti, ma proprio tutti tutti), Arun Gandhi, altro grande sostenitore e consigliatore di questo testo, afferma che “la pace non può fondarsi sulla paura”. Sembra un’affermazione banale, ma dietro queste poche e semplici parole viene riassunto il concetto per cui alla base di ogni guerra, conflitto e manifestazione di violenza vi è una paura, più o meno chiara e più o meno espressa, che si nutre delle mancanze delle persone che la provano. Dietro ogni paura vi è un bisogno, spesso oppresso e inespresso, di qualcosa di molto semplice, quasi bambinesco nella sua purezza. E Luglio sembra essere il giusto mese per gli Ariete del firmamento per riflettere con onestà sui propri bisogni più profondi, ma anche sui tanti conflitti che puntellano questa nostra piccola grande sfera. Chissà che qualche paura non venga finalmente smantellata, o meglio, accolta e accettata.
Il filosofo Alan Watts sostiene che non serva traduzione per il suono della pioggia. E immagino che, fermandosi un momento a pensare, non vi sia bisogno di traduzione alcuna per moltissime altre cose: il battito del cuore, il sorgere del sole, il respiro, un bacio, la sensazione di libertà, il sentimento di giustizia, il rumore di una bomba. Non serve tradurli, perché sono alla base dell’uomo e tutti, in realtà, possiamo comprenderli. Il fatto di parlare lingue diverse, o appartenere a culture che spiegano le cose in modo differente è solo una scusa per non abbracciare la propria umanità. E la lista è ancora lunga. V’invito a compilarla tutta, cari Toro: immagino che abbiano davvero tanto da insegnare le cose che non possono essere tradotte.
“Siamo pericolosi quando non siamo consapevoli della nostra responsabilità per come ci comportiamo, quello che pensiamo, o ciò che proviamo”, afferma lo psicologo Marshall Rosenberg nel suo Le parole sono finestre [oppure muri], che, come ho già proposto per gli Ariete, consiglio vivamente di leggere. Siamo spesso portati a credere che quello che proviamo, o quello che pensiamo, oppure le azioni che compiamo sono dettate dagli altri, conseguenze di come siamo stati trattati, nel bene o nel male, o di come la società ci ha insegnato a vivere, oppure dei traumi che abbiamo vissuto. “Pericoloso” è effettivamente la parola più giusta per questo atteggiamento. Non riconoscere che è una nostra scelta e che il nostro modo di comportarci, rispondere, provare o affermare dipende prima di tutto, se non esclusivamente, da noi è davvero molto pericoloso, perché non si fa altro che dar vita a un circolo vizioso di colpe addossate, dal quale arduamente si esce e nel quale si rischia di affogare, peggio che una sabbia mobile. Dunque la sfida di Luglio giunge chiara per ogni Gemelli: qualsiasi sia l’azione che state compiendo, il sentimento che state provando, oppure la condizione in cui state vivendo, assumetevene la responsabilità. E poi, specialmente se non vi piace, domandatevi il perché allora lo state facendo. E siate onesti, senza dare la colpa agli altri, senza pensare che non si possa fare altrimenti.
“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà tutti i giorni che verranno può dipendere da quello che farai tu oggi” affermava Hemingway. Saggio invito a quell’equilibrio per cui si riesce a dare importanza, senza affannarsi, senza scadere nella megalomania, nell’onnipotenza o nell’autocelebrazione più sfrenata. Affannarsi sulla produttività dei propri giorni è una delle cose che abbiamo imparato a fare da diversi decenni a questa parte. Produrre, produrre, produrre: chiodo fisso, che ci fa sentire a disagio nell’ozio e nel godimento del momento, o nel silenzio. Ma se invece di produrre alla rinfusa, decidessimo di scegliere con cura a cosa dare importanza e dedicare la nostra attenzione, allora sarebbe un buon modo per divenire consapevoli del nostro presente, senza perderci dietro ai sogni di vana fama e gloria per cui tanto produciamo. Senza prenderci troppo sul serio, ma senza neanche buttare via.
Mai visto 180º a Sud? Pare che questo luglio sia il mese giusto per gustarselo, cari Leoni. Perché come “i migliori viaggi danno risposta a domande che non ci si era neanche posti”, magari questo docu-film può ispirare idee a cui non avevate neanche pensato. La meta che si pensava di raggiungere potrebbe non essere quella a cui si arriverà, come anche il viaggio potrebbe rivelarsi molto diverso dalle aspettative. E quella che può sembrare una vera disdetta potrebbe rivelarsi un benefico fuori programma. Lasciate che le risposte arrivino, senza nemmeno fare le domande. Sono le piccole magie che la vita ci riserva e bisogna pur goderne ogni tanto.
“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori”, afferma Italo Calvino ne Il Barone Rampante. A sottolineare che spesso alziamo muri e scudi e protezioni – in questo momento storico più che mai – per preservare ciò che abbiamo dentro, senza renderci conto della miriade di opportunità che tagliamo fuori, della miriade di vita (in tutti i sensi) di cui ci priviamo. Non vi sarebbe più scambio, né arricchimento, né espansione, intesa nel senso più cooperativo del termine. Come quando si chiude una finestra, luce non passerebbe più e un buio sempre più fitto s’impossesserebbe di tutto. E magari per qualche tempo ci sentiremmo anche più al sicuro, ma con lo scorrere dei giorni non cominceremmo che a soffrire di claustrofobia. Dunque, cari Vergine, state attenti ai muri che pensavate di alzare e soppesate sempre con grande cura ciò che rischiate di lasciar fuori. E se potete, trovate un’alternativa e non alzateli affatto. Non saranno di certo loro a proteggervi.
Al diavolo i calendari, via le agende, dimenticatevi degli orologi e delle sveglie…questo Luglio Gershwin parla chiaro, care Bilance! “La vita è come il jazz: viene meglio quando improvvisi!”. Un invito alla creatività, all’intuito, all’essere nella sua natura più naturale. Così, per questo segno così votato alla costante e maniacale ricerca di equilibrio e perfezione, un po’ di jazz sembra essere il giusto antidoto, almeno per un po’, a tutti i pensieri che frullano per la testa, a tutte le preoccupazione, allo stress che non lascia spazio a nient’altro che sé stesso. E sarà più che probabile che, come sempre, sarà proprio da questa improvvisazione che nasceranno i capolavori più belli, le soluzioni più efficaci, le idee che, ovviamente, non avevate previsto ma di cui vi innamorerete. Lasciatevi stupire, e vedrete che sarà anche un buon modo, tra qualche tempo, per ricordarsi di apprezzare un po’ di tranquilla routine.
Fear of the unknown is the greatest fear of all – la paura di ciò che non conosciamo è la più grande di tutte, afferma in una sua intervista Yvon Chouinard, fondatore del marchio Patagonia, ma prima ancora grande avventuriero degli anni ’60. Quando parla, si riferisce ovviamente alle esplorazioni e alle scoperte estreme, quelle che magari avvengono sui grandi muri di roccia, alla volta di alte vette che nessuno ha mai toccato prima. La paura per ciò che ci attende e che non conosciamo, né possiamo prevedere è spesso ciò che ci blocca e ci fa rinunciare ai grandi sogni, alle aspirazioni, alle avventure. Ma restare nella propria zona comfort non è forse un prezzo molto più alto da pagare?
Non basta prevedere la malattia per guarirla, occorre insegnare la salute per conservarla, sosteneva Ippocrate. Di solito si afferma che prevenire è meglio che curare, ma io penso che, ancor di più, prendersi cura è meglio che curare. Prendersi cura di se stessi e del proprio esser sani e vivere bene. Prendersi cura di ciò che si ha. Apprezzare le preziosità che ci circondano, invece che dover correre ai ripari una volta perse, spesso per noncuranza. Dunque, cari Sagittario, badate a questa piccola ma sostanziale differenza e assicuratevi di prendervi cura, invece di curare, che sia voi stessi, una persona a voi cara, o un qualcosa a cui tenete particolarmente. Ma soprattutto, ricordatevi di dare importanza alle cose: spesso la noncuranza è parente al dare per scontato. E non vi è nulla di più pericoloso.
“Non aver paura della perfezione: non la raggiungerai mai”, affermava Salvador Dalì. E se per alcuni può risultare il disfacimento delle proprie ambizioni, un affronto, o una sfida, in realtà non è che una rassicurante ispirazione rendersi conto che la perfezione non è alla nostra portata. Fosse anche per il semplice fatto che non esiste. E così di certo questa impossibilità aiuta a ridimensionarsi e ad apprezzare la bellezza di ciò che abbiamo già raggiunto, già ottenuto, o che semplicemente ci circonda. L’assenza di perfezione ci permette di vedere la bellezza di ciò che già esiste, ci permette di individuare il positivo, di focalizzarci sul buono. Dunque, per questo Luglio lasciate che la perfezione sia quanto di più lontano dalle vostre ambizioni, Capricorno, così da poter cominciare ad apprezzare la vita e riconoscerla per il grandioso miracolo che è.
“Io credo nella rosa. Io credo nel baciare, baciare un sacco. Io credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie. Io credo nell’essere forti quando tutto sembra andare male. Io credo che le ragazze felici siano le più carine, io credo che domani sarà un altro giorno, ed io credo nei miracoli”, dichiarava Audrey Hepburn. Una lista semplice, eppure così significativa, puntellata di quelle piccole grandi cose che ogni giorno disperate cercano di richiamare la nostra attenzione, ormai rivolta altrove. Dunque stilate anche voli la vostra lista di cose in cui credete. In cui credete veramente, capisaldi della vostra vita. Poi rileggetela. E allora potrete affermare di conoscervi un po’ di più. Perché è dalla conoscenza di sé che parte il cambiamento per una crescita profonda e radicata.
C’è un proverbio indiano che dice: se davanti a te vedi tutto grigio, sposta l’elefante. Parlando di problemi e negatività della vita, molto spesso c’incagliamo in tuguri e labirinti senza fine per capire cosa c’è che non va, quando in realtà è semplice ed evidente come un elefante e la soluzione è facile, come spostarlo. Sarà che gli elefanti mi hanno sempre ispirato tanta tranquillità e infinita saggezza, ma a volte è tutto molto più semplice di quello che appare. Come anche a volte basta cambiare prospettiva e fare due passi indietro per scoprire che tutto quel grigio che proprio non riuscivamo a spiegarci in realtà era un elefante, e pure bello grosso. Basta spogliarsi della complicatezza di cui questi tempi ci vestono ogni giorno, ritornare un po’ alla terra, come fanno gli indiani, e chiedersi: cos’è questo grigiume? Non sarà forse un elefante?